giovedì 20 ottobre 2011

Emiliano #2

Piangiamo,
cielo ed anima.


L'enfasi delle foglie,
la loro danza in pioggia.


Annega la luce,
s'erge il lampione;
silenzio tra le siepi.


Cadono;
il ritmo è d'un blando rumore,
ed è la pioggia il maestro,
nessuno, però, ne coglie il fragore.


Auto, persone;
non è preso il clangore.


Mezzanotte e la pioggia:
"che odore".


Non viaggio,
resto qui alla finestra;
tutto è fermo
mentre tutto rinnova l'odore.


Ch'io possa tremare,
piangere, fotografare il momento
che la notte regala,
che la pioggia incorona.


Alberi in bagno,
pioggia che rinnova,
del domani, noi,
abbiamo solo un'idea.




(V.B.)









domenica 16 ottobre 2011

Emiliano #1

Sembra passato un secolo dal post precedente, invece sono passati semplicemente una decina di giorni.
Sempre ripensando al post, ed in particolare, alla foto del post precedente, sarebbe molto plausibile l'ipotesi che questi dieci giorni siano stati l'apoteosi della serenità, del festeggiamento sfrenato e dei sorrisi, e invece ogni sorriso è diventata una conquista, e la serenità sembra un miraggio.

Tutto ciò è una stronzata.

In verità, dovrebbe essere tutto al contrario, da qualsiasi punto di vista lo si guardi.

E' il primo post che scrivo da Reggio Emilia...ah, come cambia in fretta la vita.
Dicevo, è il primo post che scrivo da qui, dove il freddo sembra essere arrivato in fretta come un vecchio ricordo di cui c'eravamo felicemente dimenticati.
Ho l'impressione, anzi, più che impressione la definirei conferma, che non riesco a godermi situazioni di felicità assolute. E non è di certo un bene.

Sarà la novità, sarà il trasloco, sarà l'aver ricominciato tutto da zero, però di tutti i motivi di felicità nessuno è stato in grado di farmi stare attivo, sveglio, reattivo.

Mettiamoci anche i videogiochi e un po' di "ossessione" (anche se la parola è molto, molto esagerata) per un pes online e abbiamo fatto tredici.

La cosa che mi da più fastidio è sicuramente il problema di natura psicologica che da diverso tempo mi affligge.

A maggio pensavo fosse un trauma (la prima volta che ho vissuto la situazione che a breve descriverò è stata a causa di un gatto con un occhio grande e tumefatto, uno schifo a cui comunque pensavo di essere abituato, non ho mai avuto problemi di "sensibilità"), a giugno pensavo fosse stress, a luglio pensavo fosse l'ultimo esame.
Ad agosto pensavo di essermi sfogato. E a quanto pare era pure passata.
A settembre era ritornato il malessere, ma pensavo fosse per l'avvicinarsi della laurea. Poi pensavo fosse lo stress da trasloco/mio fratello che stava poco bene, insomma, un po' di sbatti.

Ma adesso basta.

Sono arrivato carico di aspettative, carico di voglia di fare, voglia di studiare, voglia di spaccare. Mi sentivo un dio. Carico, insomma.

La prima stangata è stata il primo giorno in cui avevo lezione pomeridiana.
Ore 13.30 finisce la lezione, esco con alcuni colleghi appena conosciuti, prendo una pizzetta (una normale pizzetta, mi sembra fosse al formaggio) e alle due siamo di nuovo in classe. Alle due e 5 sono dovuto uscire dall'aula. La prima emozione che ho provato è stata rabbia. E anche se è difficile credermi, è vero. Fatto sta che il mio malessere è ormai un appuntamento, e sta rovinando molte cose della mia vita.

Il mio malessere non  ha ancora un nome.
Prima pensavo fosse qualche disturbo "neuro-vegetativo" - [cit] il mio dottore - che si sarebbe risolto con l'assunzione di pillole. Ebbene io ste pillole le ho prese la prima e la seconda volta, ma poi ho deciso di dire basta. Non posso diventare dipendente da psicofarmaci a soli 23 anni e per nessun cazzo di motivo che giustifichi  il tutto.
Successivamente pensavo fosse un po' di ansia d'esame che influiva sul mio stare tra la gente. Pensavo all'agorafobia (come se non fossi mai stato in mezzo alla gente, ai concerti, a lezione, al mare, ecc ecc) ma effettivamente non era lei.
Pensavo alle crisi di panico, all'agitazione che mi viene in corpo, e già un po' riuscivo a ricondurla...ma perché? Dovuta a cosa?

In questo periodo ho una nuova "sospettata". L'ho trovata cercando informazioni sulle crisi di panico, e molti dei sintomi, o meglio, il sintomo vero e proprio pareva tale e quale a quello del malessere in questione.

Il malessere in questione è L'"Emetofobia", la paura di vomitare o di veder vomitare qualcuno... Ed è "composta" da un ansia prevenuta per possibili situazioni sgradevoli e/o imbarazzanti, e seguita da crisi di panico... paradossalmente, un emetofobico ha una tolleranza maggiore ( e di molto, anche) all'atto del vomitare.

Vi rendete conto della minchiata che mi sta rovinando la vita?

Settimana prossima (avrei già dovuto farla questa ma...come dicevo prima...i videogiochi c'hanno messo del loro) vedrò di parlarne con qualche medico. E se devon esser pillole, pillole siano. Io voglio semplicemente stare bene anche quando sono in compagnia, quando qualcuno mi accompagna in auto, o quando mangio con i miei coinquilini. Non chiedo tanto.

Anche perché, il resto ho imparato a conquistarmelo.

Non so, però, quanto posso essere disposto a perdere ciò che per me è importante......