martedì 18 dicembre 2012

Tempo al tempo.

Tardi come sempre,
presto ancora per qualche minuto,
al confine fra l'attimo in cui termina la notte
l'attimo in cui cominciamo a darci il buongiorno.

Orari simili con motivazioni diverse,
non la prima volta,
può darsi non l'ultima, in cui a tenerci svegli son libri e teorie.

Il tempo scorre in fretta,
piace illuderci che lo faccia durante il nostro piacere,
mentre invece è crudele pendolo manomesso,
granello rimpicciolito nell'ostacolare qualsiasi progetto.

Tempo toglie tempo a ciò che vorremmo vivere,
a chi vorremmo salutare, a chi vorremmo pensare,
a chi vorremmo tenere la mano per passeggiare.
Tempo toglie tempo a ciò che vorremmo fare.

E mentre dita indicano altre dita s'uniscono e comprendono,
che'l tempo non ce lo diamo, inutile tenerlo al guinzaglio,
tanto, lui, non conosce fine.
C'era, c'è.
Ci sarà è combinazione sfortunata, non ci fu mai tempo
per chi nel tempo ripose speranza.

Vincenzo Bua

lunedì 3 dicembre 2012

Si riparte.

Ho bisogno di scrivere.

Lo sento e non lo sento questo bisogno. Forse è una scusa, uno dei tanti alibi che do a me stesso; forse, più che un alibi, l'ennesimo salvagente che provo a lanciarmi da solo quando mi fermo, quando smetto di nuotare, quando smetto di correre, quando anche camminare mi provoca insofferenza.

Non lo so se è un bisogno.

Forse è semplicemente la domenica, l'effetto domenica.
Forse è semplicemente la pioggia, la metereopatia (piove da una settimana).
Forse è semplicemente pigrizia, la maledetta pigrizia (non sarei uscito in macchina).
Forse è semplicemente insofferenza, forse è domenica, forse piove, grandina e sono pigro come non mai.

Eppure non sto nuotando.
Per carità, analizzando la settimana passata ne ho passate un po' di tutti i colori.
E' analizzare il mese che mi preoccupa.

Sabbie mobili.

Arrivato a questo punto, di solito, mi sveglio e ricomincia tutto, ricomincio io. Rinasco.
Arrivato a questo punto, ovvero una serata in cui tutto, anzi, fortunatamente QUASI tutto torna a galla e la coscienza ne prende così tante che la fine del primo round è così lontano da non poter esser considerato neanche un miraggio.

Arrivato a questo punto, di solito, ricomincio a vivermi.

Mi siedo, la notte prima, metto su le cuffie, di solito sono i pink floyd a coadiuvare il tutto...

Remember when you were young, you shine like the sun..
Shine on your crazy diamond.
Now there's a look in your eyes, like black holes in the sky.
Shine on your crazy diamond.
You were caught on the cross fire of childhood and stardoom,
blown on steel breeze.
Come on you target for far away laughter, come on you stranger,
you legend, you martyr and shine...

In verità c'è anche una bajour rossa targata ikea a rendere il tutto ancora più suggestivo. Sono una per0VW9A; HSID=AELsHPo7KXGgWQKdX; APISID=ilVnXTCISSJCdIAM/ALmJET4Ku0gE6yhxn; S=blogger=BqB6Tb7o0tbr5Q2YBw15Uw; PREF=ID=163a7c15aa96e8b7:U=27a4b727c6fc557d:TM=1354486507:LM=1354501539:S=6Kk5jBiZheguQ4A4; __utma=150635877.252994467.1325861437.1354480848.1354501558.161; __utmc=150635877; __utmz=150635877.1354480848.160.88.utmcsr=maverickdownloads.blor,
you piper, you prisoner and shine..!

A questo punto di solito ho scritto anche una poesia.. ma mi è stato detto che le mie poesie sono un po' troppo autoreferenziali... grazie al cazzo, scrivo per sfogarmi, come possono non essere autoreferenziali?

A volte la gente parla troppo. Dovrebbe limitarsi a condividere informazioni, emozioni, situazioni e circostanze. Passino la "chiacchiera", il pettegolezzo, il cosiddetto gossip.. ma credo che la gente, quando apre bocca, dovrebbe fermarsi lì.

Ho visto case senza specchi,
finestre senza luce, piatti ancora sporchi.

E' questo il punto.
Sono passato dall'aver visto allo scriverci su un verso, e questa cosa mi fa tristezza. E' questo il problema.
E' per questo che mi fermo, mi blocco, mi chiudo, mi nascondo, mi impigrisco, mi addormento e non mi sveglio, non sento e non voglio ascoltare, mi lascio vivere e mi lascio trascorrere il tempo addosso, me lo lascio scivolare come se fosse l'acqua di una doccia la cui temperatura è così rilassante da allontanare tutto il resto, da allontanare pensieri, riflessioni, problemi, uomini, donne, gelosie, paranoie, giudizi, indici puntati, invidia, incoerenza e ipocrisia e vaffanculo.

Io non sono tutto questo.

Nobody knows where you are, how near or how far..
Shine on your crazy diamond....

Io sono aperto, visibile, trasparente, pigro quello si è vero, ma mi piace vivermela la vita, mi piace trascorrerlo il tempo ma in compagnia, mi piace parlare, mi piace parlare ma anche ascoltare. Mi piace ascoltare e ultimamente non lo faccio più. Parlo, parlo, parlo. Ma non ascolto più.
Cazzate.

Pile on many more layers and i'll be joining you there
shine on you crazy diamond
And we'll bask in the shadow of yesterday's triumph,
sail on the steel breeze..

Come on you boy child, you winner and loser
come on you miner for truth and delusion,
and shine!


Ecco, ricominciamo.

Ricominciamo con uno dei concetti più belli che la vita mi ha insegnato:

Nell'amicizia non conta la quantità, ma la qualità.







domenica 2 dicembre 2012

fango

Vivere la vita è come salire e scendere.
Sali, incespichi, salti e magari riesci a scovare un appiglio di fortuna,
scendi, sei soddisfatto, ma a volte capita anche di scivolare su quell'appiglio che si rivela bagnato.

La vita è come una montagna,
un attimo prima è piena di buoni propositi e sorrisi,
poi invece mentre sei lì, mentre stai scalando la tua montagna,
ti ritrovi a dover evitare, a volte purtroppo senza motivo,
il fango che ti viene lanciato contro.
Una volta su guardi e t'accorgi che alla fine, un po' di quel fango serve,
serve a sporcarti gli abiti puliti che nella vita non servono,
ma tentenni all'idea di rilanciarlo giù,
di rendere ciò che non ti era dovuto,
di rendere ciò che non meritavi.

Quel fango forse dovresti tenertelo,
incorniciarlo, farne ricordo ed esempio,
perché sarà pur sempre fango, ma se non scivoli, se lo eviti,
evidentemente è perché non te lo meritavi.

Stai li a guardare in basso,
perché il fango, il fango vero,
sempre dal basso viene.

Tentenni perché sai che rilanciarlo vuol dire sporcarsi le mani,
tentenni perché sentirselo lanciato addosso t'ha fatto arrivare su con la rabbia.