martedì 31 luglio 2012

#Coriglianese 1

Dove vai,
dove scappi vita?
Che direzione stai prendendo,
verso quale futuro stai cercando di indirizzare il mio sguardo.

Provi e riprovi,
il mio cuore è allo sbando,
la mente è un interruttore bloccato:
non si spegne,
non ne vuole sapere.

Le onde del mare tradiscono,
annegano per un attimo i pensieri
per poi riportarli a galla non appena il sole,
caldo, rimette paradossalmente in moto il cervello,
invece che stordirlo, addormentarlo, rilassarlo.

E mentre cerco parole perse durante il tragitto
persone importanti a loro modo e nel loro tempo,
tutto sembra annebbiato, non si capisce nulla
di questo momento, di questo periodo,
del giro che la ruota abbia preso.

Dove scappi, vita,
cosa hai in mente?

Provo a stare avanti,
ad esser io autore del mio destino,
ma a volte non è così semplice,
a volte è la vita a trascinarti,
tenendoti per i capelli,
strascicandoti per una strada sterrata,
di cui non vedi la fine,
perché la fine è ovunque tu voglia,
ma è la voglia a mancarti,
soffocata dall'assenza di certezze,
annegata tra dubbi.

Lasciatemi in pace.

sabato 28 luglio 2012

Parole..parole...



...

Hello Goodbye

Andiamo avanti?
Proviamo ad andare avanti quindi.
Che avanti sia.

Sarà il mortorio che c'è qui,
sarà la noia travestita da relax o viceversa,
sarà questa eterna sensazione che manchi sempre qualcosa,
o forse sarà il cosiddetto masochismo che fa sì che io goda a crogiolare nei problemi che io stesso creo dal nulla, ma c'è sempre qualche pensiero di troppo in testa.


Proviamo ad andare avanti quindi.
Proviamo a rilassarci.
Relax totale.
Proviamo a spegnere il cervello.
Proviamo a spegnere i ricordi, perché son quelli che ultimamente saltano, rimbalzano da una parte all'altra della testa.
Proviamo ad addormentarci subito senza ripensare o a rimuginare, senza rimpianti o rimorsi.

Odio avere dei rimpianti.

Andiamo Avanti.
Proviamoci.

Ligabue - Ho messo via (Video clip)

Ho messo via un bel po' di foto che prenderanno polvere
sia su rimorsi che rimpianti
che rancori e sui perché...




giovedì 26 luglio 2012

martedì 24 luglio 2012

Caro amico ti scrivo



Ti ho sognato stanotte.
Eravamo in compagnia, eravamo insieme, eravamo felici.
Eravamo in giro, non so dove, il luogo era indefinito e poco importante.
Quel che era importante erano i tuoi jeans, il tuo giubbotto e la tua polo,
il tuo sorriso e i tuoi occhi che ispiravano vita.

Durante la notte non ci si accorge di sognare,
e magari poi la mattina neanche ci si ricorda di cosa la nostra mente ha elaborato.
Durante il sogno ho capito di essere nel sogno,
e ho sperato di ricordarmi questo sogno per poterti sentire vicino per un giorno.

Allora ti ho chiesto di abbracciarmi forte, e forse mi sono anche commosso,
perché io sono qui, e tu poco meno di un anno fa decidevi di andartene.
Ma almeno stanotte abbiamo sorriso assieme, come facciamo ogni volta
in cui i miei occhi trovano il tuo sorriso nel mio portafoglio.

Stammi bene Giù,
grazie per essermi venuto a trovare (mi piace pensarla così).

Ps. Quando vuoi ti concedo la rivincita a Blur.


domenica 22 luglio 2012

Se non è facile riuscire facile fare



Chiudo gli occhi e più non so
più non so che fare

se dar retta all'amore
o fare finta di svendere
tutti i pezzi del mio cuore
scoppiato.

Emiliano #6

Scegliere non è mai facile.

Così mi ritrovai in questa città.
E da questa città, dopo un anno, me ne torno a casa.. me ne vado in vacanza, finalmente.

Ecco, è proprio il finalmente la pecca di questo post, la nota che stona, la parola che seppur corretta ha un suono strano, un suono "cattivo".

In questa prima metà 2012 sono successe tante, troppe cose. Di alcune ne ho consapevolezza, di alcune ne sono stato autore, di qualcuna spettatore; c'è qualcosa di cui ero convinto di qualcosa e mi sono ritrovato ad essere convinto del contrario; dubbi sciolti e dubbi elevati a potenza; problemi risolti, problemi creati e problemi tornati a galla dopo tanto tempo.
Ma Reggio Emilia non è stato solo questo. 

Emiliano #6 è l'ultimo capitolo di un primo anno che mi ha visto provare tanti sentimenti, a volte, forse troppe, contrastanti, opposti tra loro; ma di una varietà che a guardare indietro può solo spuntare un sorriso come prova inconfutabile che la vita è davvero bella.

La vita è bella.

Che dire, di questi ultimi 3, 2 mesi, ho un ricordo forte. Mesi intensi, mesi immersi tra dubbi, paura delle scosse continue e passati a dormire con la finestra aperta. Mesi in cui ho conosciuto tante persone. Persone che sono entrate piano piano a far parte di ciò che considero Reggio Emilia, o forse di più, forse sono entrate a far parte di ciò che fa battere il cuore, fa scendere lacrime o fa sedere la notte prima dell'ultimo esame sui divanetti di una fontana spenta da solo a guardare le stelle. 

Sembravo essermi perso, e invece anche grazie a qualcuno che ha dimostrato di meritarsi la fiducia che a mio malgrado dò con troppa fretta piano piano tutto è tornato al suo posto. Con nuovi equilibri, nuove forme, nuove movenze, ma su una strada definita, precisa...con una meta, o qualcosa che le assomigli.

Ho legato tanto con tante persone in questi mesi. E data l'intensità di tutto quello che questi mesi sono stati, così come il modo di viverli insieme, queste persone sono entrate a far parte, come ho detto, del mio piccolo grande mondo.

Ed ora?

Tornare a casa è stato addirittura triste, quasi non me ne volevo andare, tanto mi trovavo bene (evito commenti sul ritorno). 

Quando mi stancherò del posto dove sono cresciuto per 19 anni? 
Arriverà un giorno in cui i motivi per non scendere diventeranno più validi di quelli che ogni inverno ed estate mi riportano qui? 
E se dovesse arrivare, sarà una cosa buona o cattiva?

Sapete cosa vi dico?

Fino ad allora, me la godo. Poi se ne parla.

Miei colleghi, miei amici, mi mancate un sacco. Buone vacanze a voi.
Reggio Emilia, complimenti, hai fatto in modo che mi affezionassi in breve tempo.
Ma Mezzofato, tu rimani la culla dove riposare una mente logora e stanca.

Buone Vacanze

mercoledì 11 luglio 2012

Emiliano #5

Passano le ore,
ultimamente anche in maniera lenta.
Passano i giorni, e sono passati mesi,
e sebbene a volte sembra non ci sia stato,
o non ci sia, tempo per fermarsi a pensare,
in verità ogni secondo contiene piccole parti di un'idea.

Quale sia questa idea, questo pensiero,
non sempre è dato saperlo.
Forse la causa è il suo essere suscettibile,
o forse è semplicemente un concetto che annega,
immerso tra dubbi e perplessità.

Crediamo di sapere,
concordi con noi stessi su ciò che chiamiamo ricordi,
consapevoli di aver scritto, di aver fatto, di aver preso strade
per determinati motivi, a causa di particolari situazioni,
perché in quel momento forse era giusto così,
perché ce lo sentivamo.

In verità non sappiamo niente.
Non sappiamo e non sapremo se non tardi,
quando l'appiglio sarà una frase fatta,
"meglio tardi che mai",
perché ciò che sentiamo di fare non è sempre ciò che dovrebbe essere fatto.
Ma se nutriamo dubbi su ciò che stiamo facendo,
figuriamoci sapere se la cosa corretta sia stata fatta in principio o soltanto dopo.

Restano quindi i dubbi,
e non sono mai soli,
sempre accompagnati da altri dubbi di, ironicamente, indubbia natura.
E' giusto, è sbagliato, e quindi?

Quindi si volta pagina,
cercando di capire quali parole,
quali suoni, quali ricordi usare per scriverne un'altra,
e poi un'altra ancora.
Un continuo scrivere lanciando l'occhio dietro,
in mezzo a gente che crede che non si debba mai guardare indietro.

Io, forse, non guardo più avanti.

Quando pensi che quella pagina sia la migliore,
non vorresti più scrivere,
sebbene anche il vento, a volte, provi a portartela via.

Che mente contorta, quella umana,
capire, o pensare di capire quanto si tenga a qualcosa,
solo e soltanto quando la si è perduta.

giovedì 5 luglio 2012

Idee chiare, nessuna lo è.
Piedi in testa, nessuno, o forse troppi.
M'addormento un'altra volta tra i dubbi.
Vergognoso è il livello della mia grande bugia.
M'addormento un'altra volta con tra le mani una certezza.
Piedi in testa, non li ho, e non s'avvicineranno oltre.
Idee chiare, nessuna lo è.

mercoledì 4 luglio 2012

Affacciato alla finestra

Non piove, almeno fuori.
Non si sentono foglie piangere
né bici spartire pozzanghere.
Perfino gli ombrelli sembrano spariti.

Il sole riscalda un po' il tutto.
Lenzuola umide, bottiglie che lasciano il segno,
ma nonostante tutto c'è anche gente che s'ostina,
rincorre una palla, rincorre se stessa,
o magari rincorre, percorre, una strada che non è la sua.

Della neve neanche se ne parla.
Della nebbia neppure.

Della grandine hanno tutti un po' paura.
Affascina alla vista ma i suoi rischi rasentano il dannoso.

Ed io?
Io sono un po' come pioggia,
non sento più, o forse non capisco,
il rumore che dentro mi accarezza.
Un po' sole, quando,
un sorriso dopo un altro,
stringo a me sorrisi che credo sinceri.
Della neve non ne parlo, ma ci penso.
Della nebbia pure.

Ma è come grandine che mi faccio paura da solo,
affascinato da ciò che non riesco a distinguere,
mentre ho distrutto e continuo a distruggere,
tutto ciò che rendeva la mia una vita felice.

Affascinato e felice delle mie stesse sciocchezze.