domenica 14 aprile 2013

BuonaBirraNotte


Un po' come schiuma sulla tua birra,
c'è chi l'ama, la beve, chi aspetta.

C'è chi assapora piano, chi s'affretta anche a tavola,
grugniscono i gentiluomini per complimento,
tacciono i vili a cui manca qualcosa, più che il ritegno.

Persino gli odori vengono spenti, accesi, o ricercati;
benzinai latin lover e narici ben pagate in enoteca,
giovani accendini o romantici sussurri.

Mentre luci soffuse s'alternano a intermittenti neon,
quella schiuma sulla tua birra è sparita,
non resta che adagiarsi, anima nell'anima,
col respiro e l'occhio sereno,
lì dove nessuno ha mai messo il dito.

(Vincenzo Bua, inediti 2013)

domenica 7 aprile 2013

A Pavia, con affetto.

Cara Pavia,

4 anni e 28 giorni. Tanto è durato il nostro amore, la nostra storia, la nostra convivenza.

Come stai? mi piacerebbe raccontarti di come la mia vita è cambiata da quando mi son trasferito in quel di Reggio Emilia.. però sai, non ho mai amato i paragoni, sanno di indecisione, quella indecisione che riprometto di eliminare dal mio carattere ogni volta.

E poi, cara Pavia, a parte le zanzare (anche se qua non mancano ) che ti contraddistinguevano, eri bella, d'estate e d'inverno, con la tua nebbia, le tue brevi nevicate, il tuo 3 ed il tuo cardo ed il tuo decumano che attraversavano quella meravigliosa città nata in tempi romani ma sulla struttura di un accampamento militare. Cosa potevo chiedere di più? Una specialistica, forse. Ma questa è un'altra storia a cui sinceramente non penso mai..sono felice delle mie scelte, mai come ora.

Ed i tuoi abitanti? Che meravigliosi erano quei ragazzini fatti col timbro... spam spam spam spam, tutti uguali, tutti vestiti, pettinati, profumati uguali. Impossibile riconoscerli tra loro, impossibile non riconoscerli in mezzo agli studenti. Studenti.. oh, quanti eravamo?? 30.000 ? Tanti, tutti diversi, che capisci che una volta la leva obbligatoria forse non era così brutta come cosa...Conoscere gente che viene da altre realtà ti fa crescere tanto dentro, i residenti ed i pendolari non potranno mai capire quanto e come formi l'essere un fuori sede.

Tanti cuori per i tuoi collegi. Adoro. E dire che ho avuto la fortuna/sfortuna di vivere il decadimento della goliardia universitaria (almeno la nostra)...ma quanti ricordi, quante emozioni, esperienze, conoscenze, ma soprattutto insegnamenti! Una mente aperta avrebbe potuto scovare insegnamenti di vita ovunque l'occhio e l'orecchio si posassero.

Per le relazioni sociali ad inizio post pensavo di stendere un velo pietoso e incentrare la mia lettera a proposito, ma non ci riesco.

Cara Pavia, vengo raramente a trovarti, ma non per questo mi dimentico delle trame dei tuoi sanpietrini o i tramonti sul lungo Ticino. No, Pavia, tu per me sei stata e rimarrai una vera amica, e come tale non riuscirei neanche volendo a dimenticarmi di te, ad ignorarti, a fingere indifferenza.

No, Pavia. Gioie e dolori hanno impresso ogni centimetro nel cuore, ed ogni volta tornare è come non essere mai andato via.

Ecco, scusa il ritardo, volevo scriverti queste righe la prima volta che tornai (dopo aver scoperto di aver superato il test d'ingresso così dopo essermi iscritto a Reggio) ma ho scritto frasi su frasi sul cuore per poterne fare un mosaico d'emozioni.

Grazie.

Con Affetto

Vincenzo

lunedì 1 aprile 2013

Pasquetta.

A volte risorgono.

E poi si spengono.


Sono uno che ci tiene alle date. Più o meno importanti son sempre date, più o meno importanti son sempre giorni che ricordiamo in maniera più o meno vivace. Con questo rispondo alla domanda che verrebbe spontanea...perché?

Perché sto bene. Perché se proprio devo avere un dubbio è sulla natura filosofica di ciò che la vita ci pone davanti.. Consideriamo gli errori come tali nel momento in cui li commettiamo...ma spesso e volentieri è proprio grazie a quegli errori che la nostra vita potrebbe migliorare, migliora, o migliorerebbe.
E allora come definireste tale errore una volta consapevoli di tutto ciò?

Un errore che rende più grandi? Un meraviglioso errore? Una botta di culo? Suggestione ?


Nessuno è perfetto, meno male.
Non esiste la perfezione. Tutto ciò che viviamo, giusto o sbagliato che sia, ci porta ad apprezzare e valorizzare quello che man mano ci vien dato di vivere sulla nostra pelle. Azzarderei un "ci rende migliori", ma l'accezione di migliore è suscettibile di critiche, in alcuni casi.

Io mi tengo il mio, di caso. Mi tengo il mio "errore".
Il tempo in questi 12 mesi mi ha dato ragione su una totalità di cose che chiedersi il perché di questo o quell'errore sarebbe a sua volta un'errore.

A volte risorgono, 
E poi si spengono.
Non hanno più nulla da dire, i dubbi,
quando, spalle al muro, termina anche il vetro su cui appigliarsi.


L'antipoeta.

Cercasi proiettili, o forse piume,
d'insano peso e di differente colore,
ai bersagli ci pensa chi deve, 
io per me, ognun per sé*.

Cercasi rime, o forse versi, frasi, baci.
Cercasi amori lontani e amicizie perdute,
sofferenza, astinenza, rancore e rimpianto.

Dove ho lasciato i proiettili?

Cercasi lapis che siano risa piuttosto che sangue,
un diario pieno d'abbondante disgrazia, 
ma quella comica, che male non fa se non alle budella contratte in risata.

Cercasi ritrovo per parole non dette,
nascondetele, o fatene statue per i timidi tentativi di illusi.
Meglio arrivare prima che non arrivare più, che il meglio tardi che mai 
è per quelli troppo fortunati.

Cercasi poeti felici, se credete ch'esistano.
Vi sfido, trovateli, leggete loro poesie,
fate si che impazziscano per l'esser lor stessi un ossimoro.

Cercasi poesia, la mia. 


(Vincenzo Bua, Inedite 2013)




*Quelli al perdono, dite?
Uno di riserva, uno al giorno,
proiettili rari di questi tempi, 
da usare con parsimoniosa accortezza,
risparmiate il perdono quando non lo sentite tale,
pietà e indifferenza feriscono ancor di più.