domenica 27 maggio 2012

Emiliano #4


Vivo! 
La ruota ricomincia a girare
a volte è questione di mesi
giorni, ore, a rincorrere il mio posto.
Ora invece sono già insieme a lei
per scendere non funziona più la paura.
La ruota gira e mi ritrovo per strada,
cammino e viaggio per le vie del mio cuore,
mi guardo negli occhi ad ogni incrocio,
sono vivo.
Piove.
I miei passi coprono le lacrime che non ho versato,
e la pioggia torna a cadere dal cielo.
E' proprio quando siamo stanchi e feriti,
che non dobbiamo tirarci indietro,
tornare a sorridere è un altro semplice passo in avanti.



3 dicembre 2009.

Sembra passata una vita.

Vorrei riuscire a scriverla ancora una volta
Maledetto il giorno in cui ho pensato.

martedì 22 maggio 2012

Anagrafe

Sono nato,
e fu il primo di una lunga serie di errori.

Troppo fermo a pensare,
troppo ingenuo per una vita instabile,
assuefatto a realtà distanti,
innamorato dell'amore,
a tal punto da scrivere.

Scrivere cosa poi,
sono nato nell'epoca sbagliata,
dove neanche la biro è una scoperta,
dove bisogna comprare la propria arte
per avere speranza di comprenderne le reali capacità.

Allora m'hanno consigliato di scrivere,
e scrivevo per non pensare,
era tutto lì sul foglio, tutte le paure,
la rabbia, il dolore,
e quel malsano bisogno d'amore
che mai, mai ho saputo rendere esplicito.

Ed io ho scritto,
ho scritto su pagine, fogli
cartoline, libri e computer,
ho scritto ovunque, sui treni,
a cena, a lezione, al ristorante,
io ho scritto.

Scrivere m'ha spinto ancora più in là,
verso luoghi che non appartengono ad oggi,
perché oggi c'è bisogno di puttane,
cattiveria e raccomandazioni.

Io sono solo un pover'uomo,
non guardo troppo avanti, e spesso guardo indietro,
ma amo sognare.

Allora m'hanno detto di smetterla di sognare,
perché non si vive sperando,
ma costruendo la propria vita.

E io ho provato a costruirla,
ed ho sminuito la mia scrittura,
ma mi son ritrovato alle due e trentotto
su un blog, a scrivere
a proposito di una giornata di merda,
dove tutto ciò che credevo d'aver costruito,
era invece l'immagine di ciò che ho distrutto.

Allora non hanno detto più niente,
ognuno s'è tenuto la sua vita,
ognuno ha deciso di non rispondere.

Ed io ho scritto un'altra volta,
e domani ricomincerò
nonostante la realtà della vita
sia molto più triste della mia.

Sono nato
mentre nel mondo moriva la voglia
di provare sentimenti.

Non sono così egoista,
sono solo maledettamente troppo sensibile.

                                                        Vincenzo Bua 

Emiliano #3

E dunque si ricomincia.
Si ricomincia a cercare cose, prefissarsi obiettivi, provarci.
E' banale, è ovvio e troppo facile dirci dall'esterno che le sconfitte insegnano e che
bisogna trovare, bisogna avere la forza di alzarsi e ricominciare.
A volte tutta sta forza però non è facile da trovare.

Domani ho intenzione quindi di ricominciare.
Ricominciare da un mese che tra alti e bassi - più bassi che alti, diciamoci la verità - non ha portato
a nulla, anzi, ha sconvolto gli equilibri di una vita che quasi quasi aveva preso anche un senso, una strada che sembrava non avere paura degli ostacoli.

Domani ho intenzione di ricominciare,
provando a svegliarmi presto, provando a sorridere, cercando passo dopo passo un obiettivo che sia somma di tanti piccoli obiettivi che inizierò a pormi.

Solite intenzioni, soliti propositi,
ancora siamo qui a farceli, i propositi, insieme alle paranoie, i rimuginamenti e le riflessioni troppo approfondite.
Ma dove voglio andare? boh.

Facciamo così.

Obiettivo numero uno: vivere.

lunedì 21 maggio 2012

Labirinto

- e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi un po' a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.

Una via dopo l'altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te,
e laggiù, a mo' di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.

Puoi decidere
dove essere o non essere,
saltare, svoltare
pur di non farti sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo
fino a molti ancora aperti,
dove c'è buio e incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c'è gioia, benché il dolore
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c'è.

Deve pur esserci un'uscita,
è più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall'inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua, finché è possibile,
la tua, finché è tua,
fuga, fuga -

                    Wislawa Szymborska

lunedì 14 maggio 2012

Autostrade

Passo incerto,
mente avvolta da incroci affollati,
pensieri in coda,
autostrade bloccate,
e motori sinfonia scondita
da sporadici clacson.

Si prendono strade,
si paga il biglietto,
ma a volte, o forse troppo spesso,
il viaggio non è nulla
in confronto alla meta.

Lei che diventa orizzonte,
poi inferno, e poi ancora oasi,
dove pensieri si creano e si sfaldano,
allontanando quel briciolo di realtà
che prova a tenerci ancorati al suolo.

I piedi di piombo non sono mai esistiti.
Il cuore batte anche quando non ci si pensa.

(V.B.)

martedì 8 maggio 2012