martedì 18 dicembre 2012

Tempo al tempo.

Tardi come sempre,
presto ancora per qualche minuto,
al confine fra l'attimo in cui termina la notte
l'attimo in cui cominciamo a darci il buongiorno.

Orari simili con motivazioni diverse,
non la prima volta,
può darsi non l'ultima, in cui a tenerci svegli son libri e teorie.

Il tempo scorre in fretta,
piace illuderci che lo faccia durante il nostro piacere,
mentre invece è crudele pendolo manomesso,
granello rimpicciolito nell'ostacolare qualsiasi progetto.

Tempo toglie tempo a ciò che vorremmo vivere,
a chi vorremmo salutare, a chi vorremmo pensare,
a chi vorremmo tenere la mano per passeggiare.
Tempo toglie tempo a ciò che vorremmo fare.

E mentre dita indicano altre dita s'uniscono e comprendono,
che'l tempo non ce lo diamo, inutile tenerlo al guinzaglio,
tanto, lui, non conosce fine.
C'era, c'è.
Ci sarà è combinazione sfortunata, non ci fu mai tempo
per chi nel tempo ripose speranza.

Vincenzo Bua

lunedì 3 dicembre 2012

Si riparte.

Ho bisogno di scrivere.

Lo sento e non lo sento questo bisogno. Forse è una scusa, uno dei tanti alibi che do a me stesso; forse, più che un alibi, l'ennesimo salvagente che provo a lanciarmi da solo quando mi fermo, quando smetto di nuotare, quando smetto di correre, quando anche camminare mi provoca insofferenza.

Non lo so se è un bisogno.

Forse è semplicemente la domenica, l'effetto domenica.
Forse è semplicemente la pioggia, la metereopatia (piove da una settimana).
Forse è semplicemente pigrizia, la maledetta pigrizia (non sarei uscito in macchina).
Forse è semplicemente insofferenza, forse è domenica, forse piove, grandina e sono pigro come non mai.

Eppure non sto nuotando.
Per carità, analizzando la settimana passata ne ho passate un po' di tutti i colori.
E' analizzare il mese che mi preoccupa.

Sabbie mobili.

Arrivato a questo punto, di solito, mi sveglio e ricomincia tutto, ricomincio io. Rinasco.
Arrivato a questo punto, ovvero una serata in cui tutto, anzi, fortunatamente QUASI tutto torna a galla e la coscienza ne prende così tante che la fine del primo round è così lontano da non poter esser considerato neanche un miraggio.

Arrivato a questo punto, di solito, ricomincio a vivermi.

Mi siedo, la notte prima, metto su le cuffie, di solito sono i pink floyd a coadiuvare il tutto...

Remember when you were young, you shine like the sun..
Shine on your crazy diamond.
Now there's a look in your eyes, like black holes in the sky.
Shine on your crazy diamond.
You were caught on the cross fire of childhood and stardoom,
blown on steel breeze.
Come on you target for far away laughter, come on you stranger,
you legend, you martyr and shine...

In verità c'è anche una bajour rossa targata ikea a rendere il tutto ancora più suggestivo. Sono una per0VW9A; HSID=AELsHPo7KXGgWQKdX; APISID=ilVnXTCISSJCdIAM/ALmJET4Ku0gE6yhxn; S=blogger=BqB6Tb7o0tbr5Q2YBw15Uw; PREF=ID=163a7c15aa96e8b7:U=27a4b727c6fc557d:TM=1354486507:LM=1354501539:S=6Kk5jBiZheguQ4A4; __utma=150635877.252994467.1325861437.1354480848.1354501558.161; __utmc=150635877; __utmz=150635877.1354480848.160.88.utmcsr=maverickdownloads.blor,
you piper, you prisoner and shine..!

A questo punto di solito ho scritto anche una poesia.. ma mi è stato detto che le mie poesie sono un po' troppo autoreferenziali... grazie al cazzo, scrivo per sfogarmi, come possono non essere autoreferenziali?

A volte la gente parla troppo. Dovrebbe limitarsi a condividere informazioni, emozioni, situazioni e circostanze. Passino la "chiacchiera", il pettegolezzo, il cosiddetto gossip.. ma credo che la gente, quando apre bocca, dovrebbe fermarsi lì.

Ho visto case senza specchi,
finestre senza luce, piatti ancora sporchi.

E' questo il punto.
Sono passato dall'aver visto allo scriverci su un verso, e questa cosa mi fa tristezza. E' questo il problema.
E' per questo che mi fermo, mi blocco, mi chiudo, mi nascondo, mi impigrisco, mi addormento e non mi sveglio, non sento e non voglio ascoltare, mi lascio vivere e mi lascio trascorrere il tempo addosso, me lo lascio scivolare come se fosse l'acqua di una doccia la cui temperatura è così rilassante da allontanare tutto il resto, da allontanare pensieri, riflessioni, problemi, uomini, donne, gelosie, paranoie, giudizi, indici puntati, invidia, incoerenza e ipocrisia e vaffanculo.

Io non sono tutto questo.

Nobody knows where you are, how near or how far..
Shine on your crazy diamond....

Io sono aperto, visibile, trasparente, pigro quello si è vero, ma mi piace vivermela la vita, mi piace trascorrerlo il tempo ma in compagnia, mi piace parlare, mi piace parlare ma anche ascoltare. Mi piace ascoltare e ultimamente non lo faccio più. Parlo, parlo, parlo. Ma non ascolto più.
Cazzate.

Pile on many more layers and i'll be joining you there
shine on you crazy diamond
And we'll bask in the shadow of yesterday's triumph,
sail on the steel breeze..

Come on you boy child, you winner and loser
come on you miner for truth and delusion,
and shine!


Ecco, ricominciamo.

Ricominciamo con uno dei concetti più belli che la vita mi ha insegnato:

Nell'amicizia non conta la quantità, ma la qualità.







domenica 2 dicembre 2012

fango

Vivere la vita è come salire e scendere.
Sali, incespichi, salti e magari riesci a scovare un appiglio di fortuna,
scendi, sei soddisfatto, ma a volte capita anche di scivolare su quell'appiglio che si rivela bagnato.

La vita è come una montagna,
un attimo prima è piena di buoni propositi e sorrisi,
poi invece mentre sei lì, mentre stai scalando la tua montagna,
ti ritrovi a dover evitare, a volte purtroppo senza motivo,
il fango che ti viene lanciato contro.
Una volta su guardi e t'accorgi che alla fine, un po' di quel fango serve,
serve a sporcarti gli abiti puliti che nella vita non servono,
ma tentenni all'idea di rilanciarlo giù,
di rendere ciò che non ti era dovuto,
di rendere ciò che non meritavi.

Quel fango forse dovresti tenertelo,
incorniciarlo, farne ricordo ed esempio,
perché sarà pur sempre fango, ma se non scivoli, se lo eviti,
evidentemente è perché non te lo meritavi.

Stai li a guardare in basso,
perché il fango, il fango vero,
sempre dal basso viene.

Tentenni perché sai che rilanciarlo vuol dire sporcarsi le mani,
tentenni perché sentirselo lanciato addosso t'ha fatto arrivare su con la rabbia.


martedì 20 novembre 2012

Bianco come Nuvole

Nuvole.
Ti sei mai chiesto cosa ci sia oltre quel banco di nuvole,
quelle che ti son piombate addosso all'improvviso in un giorno di sole,
quelle di una primavera che sembrava sempre più estate?

Pioggia,
sotto c'è sicuramente pioggia,
bagna la terra che hai seminato, annega qualche fiore illuso,
mentre al di sopra tutto trema, tutto rimbomba,
cade il cielo sotto ai piedi di chi credeva di volare.

Sole,
dietro di te c'è ancora quel giorno di sole,
rimarrà lì finché vorrai, come giorno felice, come ricordo che forgia il carattere.
E' lì, e lì rimarrà.

Tempeste,
i dubbi quando incontrano le paure ed una piccola perdita d'equilibrio.
Tempeste che sconvolgono quello che alla fragilità non hai mai tolto,
tuoni che coprono il rumore della pioggia che versavi sui tuoi ricordi.

Occhi,
l'errore che commetti è nel guardare in basso e forse troppo indietro,
mentre oltrepassi il banco di nuvole che hai attraversato,
mentre sorridi dei giorni che credevi non avresti più vissuto.

Nuvole.
Ti sei mai chiesto cosa ci sia oltre quel banco di nuvole?
C'è un altro sole, c'è un altro giorno, un altro autunno, un inverno e poi forse primavera.
C'è sempre qualcosa oltre le nuvole, c'è qualcosa anche in mezzo ad esse,
bisogna soltanto guardare, bisogna soltanto tenere il capo dritto e le spalle tese.

I diamanti non brillano se non c'è luce,
i diamanti non brillano se non c'è nessuno ad osservarli.

Risposte a domande, a volte lunghe come inverni,
a volte brevi come acquazzoni d'estate.

"Vincenzo Bua"

venerdì 12 ottobre 2012

On the road

Brucia, sentilo come brucia, l'asfalto,
neanche la pioggia oppone resistenza, anzi,
prova a bagnarlo ma è tutto inutile, unico testimone l'olfatto.

Guardalo come s'allunga, s'estende, raccoglie i passi,
le ruote, la gomma.
Collezionista di storie, l'asfalto,
che sia nuovo, o vecchio e consumato.

Il passeggiarci sopra regala rumori, quelli di ciò che lo circonda,
incontri d'anime tra loro sconosciute, incroci di gente che s'incontra per caso;
e se il trasporto gode di motore, le anime sembrano infinite,
tutte in avanti o tutte contro, troppo lente o vasi riempiti di fretta.

L'asfalto si ricorda di te, che il passaggio sia unico o ripetuto,
che la corsia sia una o che siano quattro;
conto sulle dita di una mano quelli che guardano oltre il finestrino di chi sorpassa,
diventiamo auto a meno di eccezioni poco gentili.

Anche noi impariamo a riconoscere l'asfalto, le sue rughe,
impariamo ad evitarle, a gestirle, a far in modo che errori non si ripetano;
ma di fronte ad una strada sterrata perdiamo il controllo,
l'asfalto non c'è, ne siamo affascinati il più delle volte.

Puoi percorrere migliaia di chilometri, ricordare buche a memoria,
ma il mistero, l'imprevedibilità dello sterro l'asfalto non può dartelo,
puoi programmarti un anno intero in ogni dettaglio, stai pure tranquillo:
la vita è piena di pietre che non avevi mai visto.

domenica 7 ottobre 2012

Shivaree - "Goodnight Moon"



Buonanotte luna, buonanotte e buon lavoro.
Guardi da lassù, tra una nuvola e l'altra, spii, osservi;
quanta vita c'è stanotte, quanta vita ancora sveglia.

Buonanotte luna, provo a dormire pensando; chissà, lo farai anche tu.

Altri stupidi versi d'una notte in cui, luna, ti si vuole fare protagonista,
protagonista, magari, d'una notte in cui non ci siamo neanche incontrati,
trattenuti da notti prese e messe in una scatola.

No, non canterò, ululando, a te, cara luna,
non sono capace d'afferrarti e pensarti mia,
né potrei offrirti alle donne.

Non capirebbero, luna, quanto sia dolce il tuo viso,
non scorgerebbero, luna, nel nostro volto il sorriso.
  (vincenzo bua)

sabato 6 ottobre 2012

Paradossi

Mi faccio troppi problemi?
Mi faccio troppi complessi, troppe paranoie, troppi film?

Mi volete più egoista?

Va bene.



Se non si distingue chi pensa sempre agli altri e non si accetta che ogni tanto in buona fede sbagli anche lui dalla gente che è menefreghista di suo, che senso ha farsi tutte sti complessi?

Via. Mi sono rotto il cazzo di pensare prima agli altri che a me stesso e dover pure rincorrere la gente. 

mercoledì 3 ottobre 2012

De gustibus non disputandum est

All'alba dell'ora più scura non odo voci, né movimenti,
non chiudo gli occhi nonostante sia ciò che vorrei fare.

Sto ascoltando una canzone, una di quelle che in alcuni momenti hai in testa e nel cuore, e a costo di fartela venire a noia ascolti e riascolti senza soluzione di continuità. Vorrei scrivere, ma l'ispirazione non c'è. Spero non si sia offesa, sarebbe un peccato, oltre che una delusione; di un bellissimo complimento ed una critica tutta da analizzare bisognerebbe trarre conclusioni e motivazioni per scrivere (o per non farlo, chissà), e invece sono nel limbo. Come quelle parole "sulla punta della lingua". Ce l'ho qui nel cuore qualcosa da dire, ma evidentemente non ci sono ordini di parole di mia conoscenza che possano esprimere quello che ho dentro.

In fondo, non è né felicità né tristezza, serenità o ansia, gioia o delusione, malinconia o euforia. E' una sensazione. Vorrei scrivere ma non ho parole.

Una poesia muta non ha voce, non è scritta,
non accarezza le anime né irrita l'esigente lettore.
Passa da neurone a neurone e tiene alla finestra l'esser sensazione,
è propria di chi la pensa, è viva, limpida, intensa.
Non insegue le rime, non le bacia, 

ha uno stile tutto suo, l'esser bianca come il foglio senza inchiostro,
non insegue premi né s'aspetta complimenti: è muta, e muta rimane.
Una poesia muta non esprime emozione, te la striscia addosso, la fa tua e solo tua,
o sua, o di chiunque non riesca a dormire, non riesca a smettere di pensare al nulla.
                                                                                                                                    (vincenzo bua)
Il mio personale parere è che la poesia sia di tutti e di nessuno. Non esiste un padrone, non esiste un giudice. Quelli che si spacciano per tali una volta erano lettori, lo sono rimasti ma nel frattempo hanno scritto qualcosa che piaceva.

Ma ciò che piace è tale perché si scrive ciò che si sente, non per la forma con cui lo si scrive.

Scriverò finché avrò ispirazione, e leggerò volentieri me stesso.
Che a qualcuno piaccia non può che farmi piacere, per gli altri, beh,
"de gustibus non disputandum est" (rigorosamente a capo).

sabato 29 settembre 2012

E' l'essere illogici che ci rende umani

E' l'essere illogici che ci rende umani,
il vento che soffia,
lo sguardo che non comandiamo,
quella smorfia del viso,
che è nostra, solo nostra.

Nostro è il battito
quando forte rimbomba tra i pensieri,
e viaggia, percorre strade,
siamo noi, solo noi,
a non ascoltare la voce degli altri.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
partire con una rosa,
tornare con un credo.
Cercare - cosa poi, non si sa -,
fermarsi e non farlo
trovare.

Trovare un sorriso al mattino,
un biglietto già usato,
il caffè pronto,
un amico.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
sfiorare una foglia come fosse una mano,
darle l'importanza e toglierla al tempo,
vivere, vivere, e non ascoltare.

Ascoltare chi, a volte,
andrebbe sentito e non ascoltato.
Ascoltare se stessi,
ascoltare due volte la propria persona.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
l'inconsapevole bellezza regalabile,
la potenza di un gesto sentito,
la felicità in un sorriso.

Sorrisi che terremmo stretti,
che a volte scambiamo a malincuore con amara incredulità,
per tornare a cercarsi,
per provare a capire cosa sia scoperto di nuovo;
da dove ricominciare.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
l'utilità di un errore,
la meravigliosa coincidenza,
la differita tra il proprio orologio e quello del mondo.

Un mondo fatto di occhi,
orecchie e bocche;
occhi assetati di luci soffuse,
orecchie ansiose nell'attesa di un complimento,
bocche affamate e mai, mai sazie.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
guardare l'incoerenza e tenderle la mano,
scoprire la propria attraverso gli altri
e tirarne fuori gli altri dalla propria.

Incoerenza, quale onore,
che il pensiero e l'azione si dissocino,
a volte un male,
a volte, paradossalmente, la cosa migliore.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
autori di vita,
artisti d'emozioni,
musicanti, giocolieri del proprio sé.

Affacciato ad una finestra sempre diversa,
arrancato tra la nebbia di un fumo acre
o l'ebrezza di un superalcolico.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
vittime della propria creazione,
la meraviglia chiamata vita,
una ed una soltanto c'è concessa,
e nessuno, nessuno,
potrà levarcene il possesso;
o forse si.

Forse solo noi potremmo,
come un lettore audio spento per la poca batteria,
un disegno interrotto,
un concerto sotto il pianto del cielo.

Forse solo noi potremmo.
In fondo, il bello è anche questo.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
tutti guardiamo il cielo prima o poi,
per sognare, imprecargli contro,
ma tutti col naso all'insù.

VINCENZO BUA

lunedì 24 settembre 2012

venerdì 21 settembre 2012

Buonanotte

E se domani,
in piedi,
o seduto davanti al mondo,
potessi pensare.

E se oggi,
già passato,
o forse ancora vivo,
potessi sapere.

Se proprio dovessi,
oggi e domani,
abbiate pietà,
di me non rimangono
che nudi istinti
occhi grandi
e tanto cuore.

mercoledì 12 settembre 2012

Piovono Piogge

Petto nudo,
finestra aperta,
chitarra in mano e posacenere a lato.

Fuori piove,
dentro non più.

sabato 8 settembre 2012

Disfare una valigia.

Arriva,
prima o poi arriva il momento,
quel momento,
tra il sacro e il malinconico,
tra la voglia di ordinare e quella di lasciare tutto
così com'è.

Arriva sempre il momento
in cui bisogna disfare la valigia.

I viaggi hanno una fine,
si può tergiversare, procrastinare,
ma prima o poi si torna a casa,
quale che sia.

Le mie sono qui,
ai piedi del mio letto,
m'osservano, mi guardano.
Vestiti, libri, fogli.

C'è anche della biancheria sporca, a parte,
perché il mio viaggio non era ancora finito,
e ne è valsa la pena.

Disfare una valigia,
ricordi che vanno e vengono,
pensieri, parole, momenti.
Quasi come una vita,
quasi come una storia.

Una volta svuotate,
le valigie troveranno il loro posto,
quasi nascosto, tra le cose che userò chissà quando.

Si volta pagina quando si parte,
si volta pagina quando si torna.
E' un dato di fatto, è il viaggio a cambiarti,
qualunque sia la meta, qualunque sia il motivo.

L'importante è esserne consapevoli,
sapere di aver fatto tanti passi,
ottomila settecento segna la mia auto,
e pensare che solo negli ultimi duemila kilometri
c'è una vita intera,
passato, presente, futuro,
sorrisi, lacrime e fiducia nei propri mezzi.

Disfare la valigia è un po' come voltare pagina.
Sai di essere tornato,
domani ricomincia la vita.


mercoledì 5 settembre 2012

martedì 4 settembre 2012

Matia Bazar Per un ora d'amore - 1976 -




SI- DO# - SI- DO# -
SI- DO# - SI- DO# -
SI- RE SOL MI- FA#-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SI- RE SOL FA#7
per poterti sfiorare non so cosa darei
SI- FA#-
chiudo gli occhi senza te
MI- FA#
le serate non finiscono mai
SI- FA#-
sole giallo mare blu
MI- LA
non vorrei farti restare così
MI- FA#7
un ricordo d'estate di più
SOL FA# SI-
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SOL FA# SI- FA#7
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SI- RE SOL MI- FA#-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SI- RE SOL FA#7
per poterti sfiorare non so cosa darei
SI- FA#-
chiudo gli occhi, ti vorrei
MI- FA#
non nei sogni ma così come sei
SI- FA#-
sole giallo mare blu
MI- LA
mi risveglio ora che manchi tu
MI- FA#7
aspettarti e sapere che ormai
SOL FA# SI-
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SOL FA# SI- FA#7
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SI- RE SOL MI- FA#- SI- RE
SOL- SIb MIb DO- RE
SOL- SIb MIb RE
SOL- RE-
Chiudo gli occhi penso a te
DO- RE
i ricordi non fiscono mai
SOL- RE-
sole giallo mare blu
DO- FA
come il vento sei volata anche tu
DO- RE7
non rimane che dire vorrei
MIb RE SOL-
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
MIb RE SOL- RE7
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SOL- SIb MIb DO- RE-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SOL- SIb MIb DO- RE-
per poterti sfiorare non so cosa darei
SOL- SIb MIb DO- RE-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SOL- SIb MIb DO- RE-
per poterti sfiorare non so cosa darei
SOL- SIb MIb DO- RE-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SOL- SIb MIb DO- RE-
per poterti sfiorare non so cosa darei
SI- RE SOL MI- FA#- SI- RE
SOL- SIb MIb DO- RE
SOL- SIb MIb RE

lunedì 3 settembre 2012

Il dado è tratto

Ci siamo. 

La zona rossa chiamata giugno-luglio-agosto è passata.
La zona rossa chiamata stress-stress-relax-maggior relax possibile è passata.

Ho avuto tempo per sbagliare, tempo per pensare, tempo per riflettere, tempo per rilassarmi, tempo per sognare, tempo per cantare, tempo per ballare, tempo per bere, sognare, capire.

Ho avuto tempo per incontrare, salutare, chiamare, vedere, cercare, trovare o non farlo, tempo per raccontare, ascoltare e dormire.

C'è stata fragilità, insicurezza, poca autostima, rabbia, enfasi, illusione, disillusione, pentimento, rimorso, addirittura rimpianto.

C'è stata serenità, tranquillità, scoperta, ebrezza, unità, fratellanza.

Ci sono stati giorni a casa, giorni al parco, giorni al mare, giorni in piscina, giorni in viaggio, giorni in modalità turista e giorni in modalità cicerone.

Ci sono state notti a letto, notti al parco, notti al mare, notti in autostrada, notti in paesini, notti a concerti, notti in viaggio, notti in modalità turista e notti in modalità cicerone, notti alcoliche e notti da lupo, notti da veggente, notti a pes, notti a parlare - le più belle -, notti sui tetti - meravigliose -, una notte persino passata a tressette.

Settembre è arrivato.
La somma di tutto questo è ciò che mi porterà - ovviamente a livello ideale - dal 24esimo al 25esimo anno della mia vita.
La somma di tutto questo è ciò che ora da il via alla ruota della vita vera, quella in cui sei immerso nel mondo e sei tu e solo tu a fare le scelte, giuste o sbagliate che siano, meglio sbagliare da soli però invece che ascoltare altri.

La somma, il risultato, l'operazione di tutte queste cose, emozioni, circostanze, situazioni, riflessioni, proietta nella testa quello che c'è da fare.

Basta paura, non l'ho presa neanche in considerazione.
Non credo sia la prima volta, ma non sarà ché la seconda, terza o al massimo quarta, che me la sento dentro la vita.

Non credo sia la prima volta, ma ho in mano un mazzo di carte ed ho intenzione di giocarmele tutte, dalla prima all'ultima, senza risparmiarmi niente.
Che sarà, sarà, io, intanto, ascolto il cuore, trasmetto al cervello e vado avanti per la mia strada.

Homo quisque faber ipse fortunae suae {Cit. [cit.] }

Buongiorno Settembre.

venerdì 31 agosto 2012

Maschere

Nascondiamo, a volte,
o proviamo a farlo.

Cose da nascondere, tante,
soprattutto in viso.

Copriamo emozioni,
copriamo rabbia o addirittura invidia,
il tutto con silenzi, assensi,
o magari nervosismo.

Maschere di noi stessi.
A volte ci nascondiamo perfino da noi stessi.

Sono attimi propri.
Una lacrima nascosta dietro ad un sorriso,
un'antipatia nascosta dietro ad uno sguardo,
la rabbia nascosta in una smorfia.

Un viso può dire tante cose,
tra lo sguardo perso nel vuoto,
l'assenza di espressione,
e la testa, e tutto il resto,
chissà dove.

Ciò che importa, tuttavia,
è che al momento opportuno
non esistano maschere;
si abbia il coraggio di essere se stessi.

Passi la circostanza,
ma mai, mai,
mettere sotto terra ciò che si sente davvero.



lunedì 27 agosto 2012

#Coriglianese 3,4 e 5

Se non proprio finita, l'estate è alle battute conclusive.
Se non proprio domani, riprenderò il mio viaggio mercoledì.
Se non proprio completa, un accenno di riflessione la vorrei fare.

Proprio un accenno.

Sono contento.

Sono contento di come siano andate le cose, a parte le solite cose belle e le solite cose brutte, la solita corigliano, la solita schiavonea e l'obiettivamente organizzata rossano. A parte il nettuno, lo skipper ed il fantomatico movidabeach, ci sono state cose che aldilà di una serata a Shen Mitri o Vakarici hanno reso tutto migliore.

Sono contento del posto in cui vivo e in cui sono nato. Un paradiso dal quale nessuno potrà mai separarmi completamente, un paradiso che accoglie e culla i suoi abitanti come solo lui sa fare.

Un posto che rimarrà sempre un mistero per lo sconosciuto, per l'esterno.

Sono contento delle persone con cui sono cresciuto. Ovviamente c'è chi viene e c'è chi va...ma ciò che rimane è sempre parte di te.

Sono contento dei posti dove ho voluto andare, dei posti dove avrei voluto andare, dei posti dove sono stato e in quelli dove avrei potuto andare.

Sono contento di aver finalmente imparato a titolo definitivo (ora ci manca l'esperienza ovviamente, però ci siamo) il tressette.

Sono contento di aver lavato per la prima volta la macchina e sono convinto di amarla più di qualsiasi altra cosa.

Sono contento di aver trovato, più che risposte, conferme a ciò che pensavo da mesi, anzi, a ciò che ho sempre pensato.
A tal proposito sono contento di essere finalmente convinto e certo di che direzione prendere.

Sono contento di aver ritrovato una persona cara ed importante, una persona che sa capirmi e sa cullarmi e mettermi a mio agio come nessun altro. Testa e cuore hanno fatto pace. Sono contento d'aver ritrovato me stesso, la mia fiducia, la mia autostima, tutti quanti.

Sono contento di avere il magone.
Sono contento sia già finita.
Vuol dire che questa è stata una delle più belle estati, vuol dire che sono stato bene, vuol dire che mi sono divertito.

Ad maiora, semper.

Sono contento.

Le parole a casaccio

Uno sguardo oltre il giorno,
pieno di pensieri, o forse di un pensiero solo,
un'idea, un concetto, una mia convinzione.

A volte la telepatia servirebbe,
perché eviterebbe parole messe lì a caso,
in disordine, che mai e poi mai potrebbero,
in verità, esprimere il pensiero.

Parole a casaccio,
parole in rima o sfilze di parole,
a volte perse l'una dietro l'altra,
perché tenere il filo, oltre che uno sguardo,
può essere la montagna più alta della propria vita.

Allora le parole saltano e non escono neanche,
strozzate in gola da altre, magari sbagliate,
che strattonano, spingono cercando la confusione.

Fanno così anche i pensieri,
soprattutto quando, fragili,
affidiamo un concetto a sconosciuti,
che neanche una madre potrebbe capire cosa si pensa davvero.
Allora litigano, si strattonano, e magari l'hanno anche vinta;
mentre quel che chiamano coscienza prova, urla,
impreca: fermati, stai facendo una cazzata.

Una lotta che potrebbe durare attimi, giorni o mesi,
che in verità non dovrebbe neanche esistere,
perché basta ascoltarsi per capire.

Invece, magari riesce anche a farti credere convinto.

La verità è che convinto non lo sarai mai,
ed è proprio quando capisci che il perché
non è nascosto nello scorrere del tempo
ma nel suo passare troppo veloce,
che ti rendi conto di quale tra i pensieri fosse il tuo,
quale sia partito dal cuore,
quale abbia la tua, e solo tua, ragione.

E' la tua ragione quella importante,
è la tua ragione a svegliarti ogni giorno.

La tua meravigliosamente confusa ragione chiamata vita.


giovedì 23 agosto 2012

Svegliati.

Apri gli occhi, guardati,
parla, grida, esprimiti.

Sappiamo entrambi la verità
l'unica cosa che conta,
l'unica cosa in cui abbiamo sempre creduto.

Siamo tornati insieme, 
ora non ci resta che fare,
dire, urlare.

Ora come ora è solo un inutile,
quanto mai dannoso, tergiversare.

Svegliati,
ascolta quelle orecchie 
non hanno mai smesso di ascoltare il cuore,
quel cuore,
che in fondo, 
ha sempre avuto ragione.

Svegliati, coglione.
Sentire ciò che si sente
senza inganno, senza bugie.
Sentire il proprio battito e ascoltarlo.
Sentirlo rimbombare, ritornare ogni giorno,
a tratti assordante, a tratti lieve ma costante.

Sentire ciò che si sente,
senza se, senza ma,
sentire qualcosa.

Sentire di essere vivo,
sentire di non esserlo completamente.
Sentire il vuoto,
sentirlo.

mercoledì 22 agosto 2012

Convinzioni.

Vieni da me, abbracciami e fammi sentire che sono solo mie piccole paure
vieni da me, per vivere ancora quei giorni di incantevole poesia e ridere di questi giorni
dove tutto ciò è stato solo pura poesia... dove tutto ciò è stato solo pura.... poesia...
e ridere di questa poesia.



La ragione non sempre serve...

Tutte le volte che ti vorrei parlare per dirti ancora che sei ancora tu la cosa che per me è importante.

martedì 21 agosto 2012

E se...



Cara Mina, son d'accordo con te

"avrei perduto, il mondo intero non solo te."

Spruzzo

Verde d'invidia,
giallo gelosia
bianco foglio
nero schermo.

Azzurro mare
grigio cemento
nero asfalto
bianco striscia.

Marrone terra,
da lato a lato,
segreto il provare
ciò che ho provato.

Memories

Buon Compleanno Giù.

giovedì 16 agosto 2012

#Italiano 1

Chiodo schiaccia chiodo?
Una grandissima, immensa, puttanata.

Fiume

Da sponda a sponda,
da lato a lato,
scorrono, passano, vivono idee.

Parole congiunte,
pensieri slegati,
azioni che prima o poi,
comunque, tornano ad essere affluenti
di uno stesso fiume.

Quel fiume su cui passeggio,
mi fermo, osservo,
ma da un lato diverso
da una diversa prospettiva,
un'altra sponda.

Ciò che vedo, però
è sempre la stessa, limpida
immagine.

Mi chiedo se sia solo un ricordo,
un dejavù, un anfratto
che si ripete in maniera simile,
oppure se sia invece io stesso
a cercare il punto giusto,
il secondo punto,
quello che mi porti
sul lato del fiume
che osservavo a quattr'occhi, felice.

Ho paura del mare.

sabato 11 agosto 2012

San Lorenzo

Scie nel cielo,
scie nella mente di chi si ostina a fissarlo.

Desideri, pensieri, speranze.
Un altra notte, un'altra pioggia;
guarda, anche le nuvole lasciano che stanotte qualcuno sogni.

Ne ho viste anch'io,
non ho perso tempo a contarle,
le certezze non si desiderano il dieci d'agosto.

Si passano anni a cercarle,
anni ad usarle,
e addirittura si passano anni a snobbarle
- snobbare una stella, che bella persona -;
e poi ci si ritrova a sorridervi alla loro comparsa.

Il dieci d'agosto è passato,
piove, persino l'estate sembra essersi stancata, la scema.

Uomo, torna a guardare avanti,
in cielo ora non ci sono più stelle per te,
ma scie di sorrisi, occhi in lacrime,
amici che ricambiano lo sguardo.


Pensieri Sparsi

Mi ricordo tutto di te.
Ricordo l'abito, il sorriso e quel londinese con la pancia.

Mi ricordo gli orari, gli scatti e i brindisi,
ricordo perfino lo smalto.

Mi ricordo certe parole,
ricordo anche quelle dimenticate,
quelle tra le lacrime,
e quelle sbagliate.

Poi penso al dopo,
e ricordo di aver ricordato ancor di più queste cose.

Come passa il tempo,
quanti i ricordi, tanti,
ancor di più ogni giorno che passa.

Memoria usata bene,
l'unica certezza che ho.

sabato 4 agosto 2012

Coriglianese #2

Mi sento un pendolo.
L'incoerenza domina in me.
Male male male, bene bene bene.
Neanche io so da che parte sto davvero.
Un attimo prima ho migliaia di dubbi, l'attimo dopo penso ad altro.

Da qualche parte andremo pure a finire, no?

venerdì 3 agosto 2012

Un giorno al mare.

Un giorno al mare,
onde, vento, e tanto sole.

L'ombrellone lasciato a casa,
come se fosse sole, come se fosse proprio quel sole,
a farci respirare.

L'acqua calda, chiara,
quasi un peccato tuffarsi,
quasi un peccato non farlo.
Accarezzare milioni di gocce e levarsi di dosso, inconsciamente,
milioni di pensieri per un attimo.

Un attimo.

Che vorresti durasse un'ora, un giorno,
un'estate, magari.

E invece ti stendi per terra,
tra te e la sabbia solo un asciugamano, corto.

Un attimo.

Che vorresti durasse un secondo, un momento,
che non esistesse.

E invece ti accorgi della spiaggia su cui sei seduto,
quella in cui non andavi da anni,
pensi all'ultima volta che hai usato quell'asciugamano ormai vecchio.
I pensieri scavano, scavano, penetrano da pensiero a pensiero,
sfondano le pareti dei ricordi e fanno a pezzi quelle poche, piccole certezze,
quelle che pensavi di aver costruito, quelle su cui pensavi di poter contare.

Pensi ad una mattina d'estate, ti fermi, e ricominci,
pensi all'attesa della notte prima,
pensi ad un mattino,
pensi ad un abbraccio, ad una fermata del bus.

Il ricordo è più nitido che mai,
altro che un secondo, sembra non finire mai.

E pensi alla colazione a casa,
all'euforia, alla spiaggia.

Quella spiaggia dove ora sei sdraiato col viso coperto,
mentre a due metri il mondo continua a girare,
ma aprire gli occhi non porta indietro il tempo,
quella spiaggia è la stessa, anche l'asciugamano è lo stesso
ma è l'emozione che ti avvolge ad essere diversa,
come nemesi del ricordo che hai in testa.

L'acqua è ancora lì,
attimo scaccia attimo,
ed è in acqua che provi, ancora,
a spegnere quel maledetto cervello.

martedì 31 luglio 2012

#Coriglianese 1

Dove vai,
dove scappi vita?
Che direzione stai prendendo,
verso quale futuro stai cercando di indirizzare il mio sguardo.

Provi e riprovi,
il mio cuore è allo sbando,
la mente è un interruttore bloccato:
non si spegne,
non ne vuole sapere.

Le onde del mare tradiscono,
annegano per un attimo i pensieri
per poi riportarli a galla non appena il sole,
caldo, rimette paradossalmente in moto il cervello,
invece che stordirlo, addormentarlo, rilassarlo.

E mentre cerco parole perse durante il tragitto
persone importanti a loro modo e nel loro tempo,
tutto sembra annebbiato, non si capisce nulla
di questo momento, di questo periodo,
del giro che la ruota abbia preso.

Dove scappi, vita,
cosa hai in mente?

Provo a stare avanti,
ad esser io autore del mio destino,
ma a volte non è così semplice,
a volte è la vita a trascinarti,
tenendoti per i capelli,
strascicandoti per una strada sterrata,
di cui non vedi la fine,
perché la fine è ovunque tu voglia,
ma è la voglia a mancarti,
soffocata dall'assenza di certezze,
annegata tra dubbi.

Lasciatemi in pace.

sabato 28 luglio 2012

Parole..parole...



...

Hello Goodbye

Andiamo avanti?
Proviamo ad andare avanti quindi.
Che avanti sia.

Sarà il mortorio che c'è qui,
sarà la noia travestita da relax o viceversa,
sarà questa eterna sensazione che manchi sempre qualcosa,
o forse sarà il cosiddetto masochismo che fa sì che io goda a crogiolare nei problemi che io stesso creo dal nulla, ma c'è sempre qualche pensiero di troppo in testa.


Proviamo ad andare avanti quindi.
Proviamo a rilassarci.
Relax totale.
Proviamo a spegnere il cervello.
Proviamo a spegnere i ricordi, perché son quelli che ultimamente saltano, rimbalzano da una parte all'altra della testa.
Proviamo ad addormentarci subito senza ripensare o a rimuginare, senza rimpianti o rimorsi.

Odio avere dei rimpianti.

Andiamo Avanti.
Proviamoci.

Ligabue - Ho messo via (Video clip)

Ho messo via un bel po' di foto che prenderanno polvere
sia su rimorsi che rimpianti
che rancori e sui perché...




giovedì 26 luglio 2012

martedì 24 luglio 2012

Caro amico ti scrivo



Ti ho sognato stanotte.
Eravamo in compagnia, eravamo insieme, eravamo felici.
Eravamo in giro, non so dove, il luogo era indefinito e poco importante.
Quel che era importante erano i tuoi jeans, il tuo giubbotto e la tua polo,
il tuo sorriso e i tuoi occhi che ispiravano vita.

Durante la notte non ci si accorge di sognare,
e magari poi la mattina neanche ci si ricorda di cosa la nostra mente ha elaborato.
Durante il sogno ho capito di essere nel sogno,
e ho sperato di ricordarmi questo sogno per poterti sentire vicino per un giorno.

Allora ti ho chiesto di abbracciarmi forte, e forse mi sono anche commosso,
perché io sono qui, e tu poco meno di un anno fa decidevi di andartene.
Ma almeno stanotte abbiamo sorriso assieme, come facciamo ogni volta
in cui i miei occhi trovano il tuo sorriso nel mio portafoglio.

Stammi bene Giù,
grazie per essermi venuto a trovare (mi piace pensarla così).

Ps. Quando vuoi ti concedo la rivincita a Blur.


domenica 22 luglio 2012

Se non è facile riuscire facile fare



Chiudo gli occhi e più non so
più non so che fare

se dar retta all'amore
o fare finta di svendere
tutti i pezzi del mio cuore
scoppiato.

Emiliano #6

Scegliere non è mai facile.

Così mi ritrovai in questa città.
E da questa città, dopo un anno, me ne torno a casa.. me ne vado in vacanza, finalmente.

Ecco, è proprio il finalmente la pecca di questo post, la nota che stona, la parola che seppur corretta ha un suono strano, un suono "cattivo".

In questa prima metà 2012 sono successe tante, troppe cose. Di alcune ne ho consapevolezza, di alcune ne sono stato autore, di qualcuna spettatore; c'è qualcosa di cui ero convinto di qualcosa e mi sono ritrovato ad essere convinto del contrario; dubbi sciolti e dubbi elevati a potenza; problemi risolti, problemi creati e problemi tornati a galla dopo tanto tempo.
Ma Reggio Emilia non è stato solo questo. 

Emiliano #6 è l'ultimo capitolo di un primo anno che mi ha visto provare tanti sentimenti, a volte, forse troppe, contrastanti, opposti tra loro; ma di una varietà che a guardare indietro può solo spuntare un sorriso come prova inconfutabile che la vita è davvero bella.

La vita è bella.

Che dire, di questi ultimi 3, 2 mesi, ho un ricordo forte. Mesi intensi, mesi immersi tra dubbi, paura delle scosse continue e passati a dormire con la finestra aperta. Mesi in cui ho conosciuto tante persone. Persone che sono entrate piano piano a far parte di ciò che considero Reggio Emilia, o forse di più, forse sono entrate a far parte di ciò che fa battere il cuore, fa scendere lacrime o fa sedere la notte prima dell'ultimo esame sui divanetti di una fontana spenta da solo a guardare le stelle. 

Sembravo essermi perso, e invece anche grazie a qualcuno che ha dimostrato di meritarsi la fiducia che a mio malgrado dò con troppa fretta piano piano tutto è tornato al suo posto. Con nuovi equilibri, nuove forme, nuove movenze, ma su una strada definita, precisa...con una meta, o qualcosa che le assomigli.

Ho legato tanto con tante persone in questi mesi. E data l'intensità di tutto quello che questi mesi sono stati, così come il modo di viverli insieme, queste persone sono entrate a far parte, come ho detto, del mio piccolo grande mondo.

Ed ora?

Tornare a casa è stato addirittura triste, quasi non me ne volevo andare, tanto mi trovavo bene (evito commenti sul ritorno). 

Quando mi stancherò del posto dove sono cresciuto per 19 anni? 
Arriverà un giorno in cui i motivi per non scendere diventeranno più validi di quelli che ogni inverno ed estate mi riportano qui? 
E se dovesse arrivare, sarà una cosa buona o cattiva?

Sapete cosa vi dico?

Fino ad allora, me la godo. Poi se ne parla.

Miei colleghi, miei amici, mi mancate un sacco. Buone vacanze a voi.
Reggio Emilia, complimenti, hai fatto in modo che mi affezionassi in breve tempo.
Ma Mezzofato, tu rimani la culla dove riposare una mente logora e stanca.

Buone Vacanze

mercoledì 11 luglio 2012

Emiliano #5

Passano le ore,
ultimamente anche in maniera lenta.
Passano i giorni, e sono passati mesi,
e sebbene a volte sembra non ci sia stato,
o non ci sia, tempo per fermarsi a pensare,
in verità ogni secondo contiene piccole parti di un'idea.

Quale sia questa idea, questo pensiero,
non sempre è dato saperlo.
Forse la causa è il suo essere suscettibile,
o forse è semplicemente un concetto che annega,
immerso tra dubbi e perplessità.

Crediamo di sapere,
concordi con noi stessi su ciò che chiamiamo ricordi,
consapevoli di aver scritto, di aver fatto, di aver preso strade
per determinati motivi, a causa di particolari situazioni,
perché in quel momento forse era giusto così,
perché ce lo sentivamo.

In verità non sappiamo niente.
Non sappiamo e non sapremo se non tardi,
quando l'appiglio sarà una frase fatta,
"meglio tardi che mai",
perché ciò che sentiamo di fare non è sempre ciò che dovrebbe essere fatto.
Ma se nutriamo dubbi su ciò che stiamo facendo,
figuriamoci sapere se la cosa corretta sia stata fatta in principio o soltanto dopo.

Restano quindi i dubbi,
e non sono mai soli,
sempre accompagnati da altri dubbi di, ironicamente, indubbia natura.
E' giusto, è sbagliato, e quindi?

Quindi si volta pagina,
cercando di capire quali parole,
quali suoni, quali ricordi usare per scriverne un'altra,
e poi un'altra ancora.
Un continuo scrivere lanciando l'occhio dietro,
in mezzo a gente che crede che non si debba mai guardare indietro.

Io, forse, non guardo più avanti.

Quando pensi che quella pagina sia la migliore,
non vorresti più scrivere,
sebbene anche il vento, a volte, provi a portartela via.

Che mente contorta, quella umana,
capire, o pensare di capire quanto si tenga a qualcosa,
solo e soltanto quando la si è perduta.

giovedì 5 luglio 2012

Idee chiare, nessuna lo è.
Piedi in testa, nessuno, o forse troppi.
M'addormento un'altra volta tra i dubbi.
Vergognoso è il livello della mia grande bugia.
M'addormento un'altra volta con tra le mani una certezza.
Piedi in testa, non li ho, e non s'avvicineranno oltre.
Idee chiare, nessuna lo è.

mercoledì 4 luglio 2012

Affacciato alla finestra

Non piove, almeno fuori.
Non si sentono foglie piangere
né bici spartire pozzanghere.
Perfino gli ombrelli sembrano spariti.

Il sole riscalda un po' il tutto.
Lenzuola umide, bottiglie che lasciano il segno,
ma nonostante tutto c'è anche gente che s'ostina,
rincorre una palla, rincorre se stessa,
o magari rincorre, percorre, una strada che non è la sua.

Della neve neanche se ne parla.
Della nebbia neppure.

Della grandine hanno tutti un po' paura.
Affascina alla vista ma i suoi rischi rasentano il dannoso.

Ed io?
Io sono un po' come pioggia,
non sento più, o forse non capisco,
il rumore che dentro mi accarezza.
Un po' sole, quando,
un sorriso dopo un altro,
stringo a me sorrisi che credo sinceri.
Della neve non ne parlo, ma ci penso.
Della nebbia pure.

Ma è come grandine che mi faccio paura da solo,
affascinato da ciò che non riesco a distinguere,
mentre ho distrutto e continuo a distruggere,
tutto ciò che rendeva la mia una vita felice.

Affascinato e felice delle mie stesse sciocchezze.

mercoledì 13 giugno 2012

Fuga

Dove vai,
oh vita,
dove credi d'andare,
tu che scivoli tra ricci, lisci, e mosci,
e nascondi ciò che invece dovrei sapere.

M'illudi, mi nascondi e mi trascini via
per strade di cui non conosco ancora il nome,
durante ore di cui avevo perso memoria,
viali miscela di passato e futuro.

Guardo avanti e indietro,
provo a rispondere a domande che durano attimi,
mentre altrove prosegui senza di me,
ma non lasci che dubbi su quanto sia giusto così.

Dove credi d'andare,
vita,
non ti chiedo d'aspettarmi, sarebbe stupido,
ma fermati, ascoltami e dammi una risposta,
una, una soltanto,
perché io possa avere questo maledetto cuore
per un'ora, in pace.

Burla

Ho un amico che mi scrive,
sta lontano, via da solo,
in una piccola città.

Lui mi parla mi racconta,
non sa bene dove va,
ma mi manca, quando parla
della sua università.

Ho ascoltato mille storie,
mille intrighi e paranoie,
ma sentirlo è come il sole,
porta gioia e serenità.

Oggi viene, io lo vedo
prenderemo due caffè,
per noi è un bene, siamo amici,
altro tempo passerà.

Ho un amico un  po' speciale,
in una piccola città,
e sebbene sia anormale,
sono io, e son già qua.

giovedì 7 giugno 2012

Ascoltami.

Bum Bum,
dice.

Che dice?

Guardo dentro, qualcosa dirà.

Bum Bum Bum.

C'è gente che dimentica il sonno
e s'abitua a vivere l'alba del giorno successivo,
mentre si mescolano parole
s'incrociano vite,
si scandiscono accenti.

Bum.

Morfeo ha deciso di farsi rincorrere,
lungo attimi che fanno tic toc
e ore che perdono valore.
Torna anche chi del sorriso
ha fatto il suo ricordo costante.

Bum Bum Bum.

Uova, farina
e tanti sorrisi.
Una giornata interminabile
costruita su realtà surreali.

E mentre addormento anche l'ultimo sogno,
c'è ancora qualcosa che accarezza il mio viso:
domani è già arrivato,
ma ancora qui, e tanto forte, è il sorriso.

Bum Bum Bum.

Ascoltami.

martedì 5 giugno 2012

Maya(o) No.

C'è chi sogna, stanotte,
io cuffie e note allegre.

M'han detto il mondo finirà
ma sono solo bugie,
perché diverte il modo in cui
a girare non sia solo il suo asse.

Scrivo di ruota che gira,
e con lei giro anche io,
appannato dall'incongruenza
del giro che il mondo mi da;
rido e sorrido,
e pensando invento fragili paranoie
dove ogni nuova sfalda la precedente.

M'han detto il mondo finirà,
allora rischio di vivere,
mi piacerebbe sentire il cuore battere forte
così forte da sentire solo me stesso
e chi mi sta accanto.

C'è chi sogna, stanotte,
io, invece, fabbrico il prossimo sorriso.

lunedì 4 giugno 2012

Liberati,vola,
non rimanere attaccato all'asfalto,
non bruciare tra le pareti,
esci ed urla, o semplicemente cammina.


Le parole non dette

Cosa può fare una parola non detta,
nessuno lo sa,
di una parola non detta può rimanere solo silenzio.

E' un silenzio colorato, o forse in scala di grigi,
dove pensieri si rincorrono
si allontanano,
creano e disfano possibili soluzioni.

Quanto pesano le parole non dette?
Non si sa,
ma a volte è un peso che addolcisce il sonno
e distrugge il risveglio:
altre parole arriveranno,
il nostro silenzio è rimandato.

E' valzer d'emozioni, questo silenzio,
questa confusione di frasi che fanno rumore,
mentre nell'aria c'è il nostro sapore,
rotto dall'immensità di una risata.

Cosa può fare una parola non detta,
nessuno lo sa,
di una parola non detta può rimanere solo silenzio.

Olio

Avanti ed indietro,
scivolo e rido.

Le ore s'allungano, s'accorciano,
si rincorrono e sembrano gocce d'acqua
quando vorresti ci fosse un oceano.

Alba e tramonto si confondono,
cambio inizio e della fine non riconosco più le sfumature;
tremano case,
ma non solo quelle.

La vita si diverte,
cambia le carte, le rivolta,
problemi diventano nemesi di loro stessi;
e non si può che adattarsi a nuovi scenari,
nuove trame,
con una unica libertà,
quella di chiedersi come reagire.

Non resta che vivere,
stare al gioco della vita,
raccogliere souvenir di una sera
e farne insegnamento per le mille che verranno.

Non resta che scrivere,
camminare, e guardare le stelle;
far nostro un qualcosa
da leggere, guardare,
o da guardare col cuore in gola.

domenica 27 maggio 2012

Emiliano #4


Vivo! 
La ruota ricomincia a girare
a volte è questione di mesi
giorni, ore, a rincorrere il mio posto.
Ora invece sono già insieme a lei
per scendere non funziona più la paura.
La ruota gira e mi ritrovo per strada,
cammino e viaggio per le vie del mio cuore,
mi guardo negli occhi ad ogni incrocio,
sono vivo.
Piove.
I miei passi coprono le lacrime che non ho versato,
e la pioggia torna a cadere dal cielo.
E' proprio quando siamo stanchi e feriti,
che non dobbiamo tirarci indietro,
tornare a sorridere è un altro semplice passo in avanti.



3 dicembre 2009.

Sembra passata una vita.

Vorrei riuscire a scriverla ancora una volta
Maledetto il giorno in cui ho pensato.

martedì 22 maggio 2012

Anagrafe

Sono nato,
e fu il primo di una lunga serie di errori.

Troppo fermo a pensare,
troppo ingenuo per una vita instabile,
assuefatto a realtà distanti,
innamorato dell'amore,
a tal punto da scrivere.

Scrivere cosa poi,
sono nato nell'epoca sbagliata,
dove neanche la biro è una scoperta,
dove bisogna comprare la propria arte
per avere speranza di comprenderne le reali capacità.

Allora m'hanno consigliato di scrivere,
e scrivevo per non pensare,
era tutto lì sul foglio, tutte le paure,
la rabbia, il dolore,
e quel malsano bisogno d'amore
che mai, mai ho saputo rendere esplicito.

Ed io ho scritto,
ho scritto su pagine, fogli
cartoline, libri e computer,
ho scritto ovunque, sui treni,
a cena, a lezione, al ristorante,
io ho scritto.

Scrivere m'ha spinto ancora più in là,
verso luoghi che non appartengono ad oggi,
perché oggi c'è bisogno di puttane,
cattiveria e raccomandazioni.

Io sono solo un pover'uomo,
non guardo troppo avanti, e spesso guardo indietro,
ma amo sognare.

Allora m'hanno detto di smetterla di sognare,
perché non si vive sperando,
ma costruendo la propria vita.

E io ho provato a costruirla,
ed ho sminuito la mia scrittura,
ma mi son ritrovato alle due e trentotto
su un blog, a scrivere
a proposito di una giornata di merda,
dove tutto ciò che credevo d'aver costruito,
era invece l'immagine di ciò che ho distrutto.

Allora non hanno detto più niente,
ognuno s'è tenuto la sua vita,
ognuno ha deciso di non rispondere.

Ed io ho scritto un'altra volta,
e domani ricomincerò
nonostante la realtà della vita
sia molto più triste della mia.

Sono nato
mentre nel mondo moriva la voglia
di provare sentimenti.

Non sono così egoista,
sono solo maledettamente troppo sensibile.

                                                        Vincenzo Bua 

Emiliano #3

E dunque si ricomincia.
Si ricomincia a cercare cose, prefissarsi obiettivi, provarci.
E' banale, è ovvio e troppo facile dirci dall'esterno che le sconfitte insegnano e che
bisogna trovare, bisogna avere la forza di alzarsi e ricominciare.
A volte tutta sta forza però non è facile da trovare.

Domani ho intenzione quindi di ricominciare.
Ricominciare da un mese che tra alti e bassi - più bassi che alti, diciamoci la verità - non ha portato
a nulla, anzi, ha sconvolto gli equilibri di una vita che quasi quasi aveva preso anche un senso, una strada che sembrava non avere paura degli ostacoli.

Domani ho intenzione di ricominciare,
provando a svegliarmi presto, provando a sorridere, cercando passo dopo passo un obiettivo che sia somma di tanti piccoli obiettivi che inizierò a pormi.

Solite intenzioni, soliti propositi,
ancora siamo qui a farceli, i propositi, insieme alle paranoie, i rimuginamenti e le riflessioni troppo approfondite.
Ma dove voglio andare? boh.

Facciamo così.

Obiettivo numero uno: vivere.

lunedì 21 maggio 2012

Labirinto

- e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi un po' a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.

Una via dopo l'altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te,
e laggiù, a mo' di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.

Puoi decidere
dove essere o non essere,
saltare, svoltare
pur di non farti sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo
fino a molti ancora aperti,
dove c'è buio e incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c'è gioia, benché il dolore
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c'è.

Deve pur esserci un'uscita,
è più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall'inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua, finché è possibile,
la tua, finché è tua,
fuga, fuga -

                    Wislawa Szymborska

lunedì 14 maggio 2012

Autostrade

Passo incerto,
mente avvolta da incroci affollati,
pensieri in coda,
autostrade bloccate,
e motori sinfonia scondita
da sporadici clacson.

Si prendono strade,
si paga il biglietto,
ma a volte, o forse troppo spesso,
il viaggio non è nulla
in confronto alla meta.

Lei che diventa orizzonte,
poi inferno, e poi ancora oasi,
dove pensieri si creano e si sfaldano,
allontanando quel briciolo di realtà
che prova a tenerci ancorati al suolo.

I piedi di piombo non sono mai esistiti.
Il cuore batte anche quando non ci si pensa.

(V.B.)

martedì 8 maggio 2012

venerdì 27 aprile 2012

Meteo ........

E' pioggia,
o forse sembra tale,
ma non leviga
a tratti infittisce,
ciò che dentro ora sfugge.

Non trovo, non vedo,
o non so cercare porte;
quelle d'entrata o d'uscita
da tutto ciò che sono adesso.

E' sole,
ma illumina scialbamente
ed il freddo frena il resto.
Ho sonno,
o forse ho solo voglia
di non pensare.

E' nube,
la mia codardia, la mia fuga.
Da tutto il resto,
adesso,
cerco, senza volerlo, d'allontanarmi.

(23/04 V.B.)

sabato 21 aprile 2012

Io sono fiore

Io sono fiore.

Nasco un giorno
in cui non stavi pensando a me,
dopo aver sottomesso la terra,
mentre tu aspettavi la vita.

Cresco
sopratutto quando non vedi,
quando non ci sei,
quando di te vi è solo speranza
o forse semplicemente attesa.

Non chiedo acqua
se non per sopravvivere,
la mia vita è appesa al nostro equilibrio.

Sei tu il mio sole,
puoi lasciarmi vivere di pochi raggi,
indispensabili per la nostra felicità.

Non chiudermi nel silenzio,
potrei morire,
l'aria è ciò di cui vorrei sentirti parlare.

Io sono fiore,
credendo in me dai vita ad amore.

Io son fiore,
forse un giorno
o forse mai,
il mio vaso sarà diverso
dal nostro vivere comune.

Io sono vita,
mai diversa e mai uguale a me stesso.
Nessuno, tra me e te,
può dire se morremo assieme.

domenica 15 aprile 2012

Mi sento nuvola.
Come le nuvole a pasqua.

Una nuvola guardata di sbieco
da alcuni,
attesa da altri.
Una nuvola piena di pioggia,
punto.

Mi sento nuvola e anche pioggia,
come la pioggia in questa pasqua.
Il sole non me lo ricordo,
l'ho coperto,
l'ho nascosto ai più.

Dapprima me lo chiedevano in tanti,
me lo chiedevo anche io,
alla ricerca d'un po' di freschezza.

Mi sento nuvola
ma rimango uomo.
Il solito uomo che piange il caldo d'estate
e prega il sole d'inverno.

Ed ho ucciso il sole,
ora,
e son qui ad odiare la pioggia.

venerdì 13 aprile 2012

Bipolare
bipolarismo.
termini esagerati.
Dubbio.
Avere dubbi.
O meglio, non averne,
Ed annegare nelle certezze
Che, alterne, ti rendono sano a metà.
Una persona razionale mi disse
In certe situazioni
Tocca prendere un foglio
annotare ciò che sorriderebbe
E ciò che sarebbe male
io il foglio lo prendo,
Ma ho disimparato a scrivere.
Per cui ora vivo a metà.
il giorno fà, la notte disfa
Il giorno rifletto, la notte rimugino.
E sebbene l'arrivo sia, purtroppo, lo stesso,
È tutto il contenuto che confuta il risultato.
cara serenità, sei soltanto una puttana.

martedì 27 marzo 2012

Dormire


Chiudere gli occhi,
volare, sfuggire,
morire.

Sul sogno più vero,
plano, sfioro,
e spero che gli occhi,
invero, siano per un attimo
aperti, momenti.

Il problema si pone,
lo scanso, lo affronto,
lo batto, lo sfaccio.
La materia è vittima
della vittima di sé.

O forse morire.
Spegnere il tutto,
volare, sfuggire all'unisono,
mentre decisioni saltano,
giorni passano,
uomini vivono.

Quali di questi saremo,
domani,
quale di questi uccideremo,
magari.

                                                                        (Vincenzo Bua)

giovedì 22 marzo 2012

Figlio del tempo

Sono un figlio del tempo.

Annego e sopravvivo,
sempre.

Guardo oltre il comune
e dimentico sempre l'ovvio.

Temo solo me stesso,
non per superbia,
ma perché è l'unica cosa saggia
che so.

Mi giro,
sono quasi un calzino,
eppure non sopporto decisioni incalzanti.
Preferisco sognare, all'esser sognato;
evito troppe illusioni.

Sono un figlio del tempo,
immerso tra giardini e cliché.

E' una ruota che gira
di cui,
se fossimo davvero umani,
sapremmo sempre coglierne il panorama.

                                                                           Vincenzo Bua

martedì 13 marzo 2012

Rosse da urlo.

Etichetta Musica.

Questa canzone mi piace un sacco. La conosco da diverso tempo, non tanto perché mi immedesimi nel testo (per fortuna non è il mio caso) ma per quanto mi piacciano le voci delle due cantanti, e quanto ancor più mi piaccia il mix che riescono a formare insieme. 

La canzone è "L'amore si odia", di Noemi e Fiorella Mannoia. Consiglio l'ascolto, seppur conosca tra le due poche canzoni in totale. Davvero bella.

Ahhhhh... se fosse tutto facile....
ahhhh.... se fossi ancora innamorata di teeeee

E sti cazzi. Che voci.

Non ascoltavo una canzone 5-6 volte di seguito da un bel po'. 



mercoledì 15 febbraio 2012

New


Questo per dire.
Nuova TAG , nuova categoria.

Musica, musica, musica.

Questa canzone, la conoscerete in tanti... provate un po' ad indovinare quanti anni ha... senza imbrogliare, eh!

lunedì 13 febbraio 2012

Not

"Riconoscere il problema è il primo passo per affrontarlo".

Questo post è stato reso status di facebook giusto poche ore fa.

Il perché è stata finalmente quella svegliata che ha dato come effetto domino una serie di cambiamenti nella mia vita.

Ematofobia, ansia, crisi di panico. Appena passava un po' si tornava nel nulla, sperando non succedesse ma sotto sotto sapendo che non sarebbe finita lì.

E allora basta.

Voleva lo psicologo, e psicologo sia.
Ci vogliono le medicine, e medicine siano.

I risultati sembrano iniziare a vedersi. Sicuramente conducevo una vita normale, ma adesso sembra esserlo senza troppe paranoie sui miei stati d'umore esageratamente paranoici, sulle mie fughe dai ristoranti o i troppi pit stop in auto.

Basta. La voglio avere vinta io e l'avrò. A qualsiasi costo.

Ho ancora tanto da dare alle persone a cui voglio bene, alle persone che vogliono bene a me. Alla persona che amo, alle persone che mi sostengono.

L'effetto domino non è altro che piccoli cambiamenti sullo stile di vita.

Piano piano si risolve tutto.

Se voglio qualcosa, prima o poi, in un modo o nell'altro, la ottengo. Sappiatelo.

Carta o penna,
anche un foglio sanguina l'uomo.

Acqua in gocce,
lacrime in pioggia.
La neve stanca anche i cuori affamati.



Ed io lo sguardo non lo poso,
lo elevo, lo immergo,
lo sposo.


Vita breve 
sebbene voi,
noi, e gl'altri,
dobbiamo ancora sparare parole.

domenica 15 gennaio 2012

Uno

Spiazzato.

Preso in controtempo,
paralizzato a metà, colpito.

Non c'è bisogno del contatto
perché in fondo non siamo che uno ed uno solo.

O meglio, eravamo.

Non c'entra l'età,
non si matura con le perdite.

E' vita,
quella vera.

venerdì 6 gennaio 2012

Non me ne si voglia


No, non prendetevela.
Non pensateci troppo, non sentitevi messi da parte.
Per quel che mi riguarda, ho cercato di essere onnipresente, ho provato ad esser degno del dono dell'ubiquità, ma quest'anno è andata così.
Niente da fà, ho visto persone una volta sola, alcune anche per pochi minuti, alcune neanche per dieci secondi.
Me ne dispiaccio, non me ne si voglia.

E' stato un Natale a "nafta"...il tempo di carburare ed è volato via.

L'importante è addormentarsi sereni. Il resto è un dettaglio perfetto in modo sempre diverso.