sabato 29 settembre 2012

E' l'essere illogici che ci rende umani

E' l'essere illogici che ci rende umani,
il vento che soffia,
lo sguardo che non comandiamo,
quella smorfia del viso,
che è nostra, solo nostra.

Nostro è il battito
quando forte rimbomba tra i pensieri,
e viaggia, percorre strade,
siamo noi, solo noi,
a non ascoltare la voce degli altri.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
partire con una rosa,
tornare con un credo.
Cercare - cosa poi, non si sa -,
fermarsi e non farlo
trovare.

Trovare un sorriso al mattino,
un biglietto già usato,
il caffè pronto,
un amico.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
sfiorare una foglia come fosse una mano,
darle l'importanza e toglierla al tempo,
vivere, vivere, e non ascoltare.

Ascoltare chi, a volte,
andrebbe sentito e non ascoltato.
Ascoltare se stessi,
ascoltare due volte la propria persona.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
l'inconsapevole bellezza regalabile,
la potenza di un gesto sentito,
la felicità in un sorriso.

Sorrisi che terremmo stretti,
che a volte scambiamo a malincuore con amara incredulità,
per tornare a cercarsi,
per provare a capire cosa sia scoperto di nuovo;
da dove ricominciare.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
l'utilità di un errore,
la meravigliosa coincidenza,
la differita tra il proprio orologio e quello del mondo.

Un mondo fatto di occhi,
orecchie e bocche;
occhi assetati di luci soffuse,
orecchie ansiose nell'attesa di un complimento,
bocche affamate e mai, mai sazie.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
guardare l'incoerenza e tenderle la mano,
scoprire la propria attraverso gli altri
e tirarne fuori gli altri dalla propria.

Incoerenza, quale onore,
che il pensiero e l'azione si dissocino,
a volte un male,
a volte, paradossalmente, la cosa migliore.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
autori di vita,
artisti d'emozioni,
musicanti, giocolieri del proprio sé.

Affacciato ad una finestra sempre diversa,
arrancato tra la nebbia di un fumo acre
o l'ebrezza di un superalcolico.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
vittime della propria creazione,
la meraviglia chiamata vita,
una ed una soltanto c'è concessa,
e nessuno, nessuno,
potrà levarcene il possesso;
o forse si.

Forse solo noi potremmo,
come un lettore audio spento per la poca batteria,
un disegno interrotto,
un concerto sotto il pianto del cielo.

Forse solo noi potremmo.
In fondo, il bello è anche questo.

E' l'essere illogici che ci rende umani,
tutti guardiamo il cielo prima o poi,
per sognare, imprecargli contro,
ma tutti col naso all'insù.

VINCENZO BUA

lunedì 24 settembre 2012

venerdì 21 settembre 2012

Buonanotte

E se domani,
in piedi,
o seduto davanti al mondo,
potessi pensare.

E se oggi,
già passato,
o forse ancora vivo,
potessi sapere.

Se proprio dovessi,
oggi e domani,
abbiate pietà,
di me non rimangono
che nudi istinti
occhi grandi
e tanto cuore.

mercoledì 12 settembre 2012

Piovono Piogge

Petto nudo,
finestra aperta,
chitarra in mano e posacenere a lato.

Fuori piove,
dentro non più.

sabato 8 settembre 2012

Disfare una valigia.

Arriva,
prima o poi arriva il momento,
quel momento,
tra il sacro e il malinconico,
tra la voglia di ordinare e quella di lasciare tutto
così com'è.

Arriva sempre il momento
in cui bisogna disfare la valigia.

I viaggi hanno una fine,
si può tergiversare, procrastinare,
ma prima o poi si torna a casa,
quale che sia.

Le mie sono qui,
ai piedi del mio letto,
m'osservano, mi guardano.
Vestiti, libri, fogli.

C'è anche della biancheria sporca, a parte,
perché il mio viaggio non era ancora finito,
e ne è valsa la pena.

Disfare una valigia,
ricordi che vanno e vengono,
pensieri, parole, momenti.
Quasi come una vita,
quasi come una storia.

Una volta svuotate,
le valigie troveranno il loro posto,
quasi nascosto, tra le cose che userò chissà quando.

Si volta pagina quando si parte,
si volta pagina quando si torna.
E' un dato di fatto, è il viaggio a cambiarti,
qualunque sia la meta, qualunque sia il motivo.

L'importante è esserne consapevoli,
sapere di aver fatto tanti passi,
ottomila settecento segna la mia auto,
e pensare che solo negli ultimi duemila kilometri
c'è una vita intera,
passato, presente, futuro,
sorrisi, lacrime e fiducia nei propri mezzi.

Disfare la valigia è un po' come voltare pagina.
Sai di essere tornato,
domani ricomincia la vita.


mercoledì 5 settembre 2012

martedì 4 settembre 2012

Matia Bazar Per un ora d'amore - 1976 -




SI- DO# - SI- DO# -
SI- DO# - SI- DO# -
SI- RE SOL MI- FA#-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SI- RE SOL FA#7
per poterti sfiorare non so cosa darei
SI- FA#-
chiudo gli occhi senza te
MI- FA#
le serate non finiscono mai
SI- FA#-
sole giallo mare blu
MI- LA
non vorrei farti restare così
MI- FA#7
un ricordo d'estate di più
SOL FA# SI-
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SOL FA# SI- FA#7
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SI- RE SOL MI- FA#-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SI- RE SOL FA#7
per poterti sfiorare non so cosa darei
SI- FA#-
chiudo gli occhi, ti vorrei
MI- FA#
non nei sogni ma così come sei
SI- FA#-
sole giallo mare blu
MI- LA
mi risveglio ora che manchi tu
MI- FA#7
aspettarti e sapere che ormai
SOL FA# SI-
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SOL FA# SI- FA#7
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SI- RE SOL MI- FA#- SI- RE
SOL- SIb MIb DO- RE
SOL- SIb MIb RE
SOL- RE-
Chiudo gli occhi penso a te
DO- RE
i ricordi non fiscono mai
SOL- RE-
sole giallo mare blu
DO- FA
come il vento sei volata anche tu
DO- RE7
non rimane che dire vorrei
MIb RE SOL-
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
MIb RE SOL- RE7
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
SOL- SIb MIb DO- RE-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SOL- SIb MIb DO- RE-
per poterti sfiorare non so cosa darei
SOL- SIb MIb DO- RE-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SOL- SIb MIb DO- RE-
per poterti sfiorare non so cosa darei
SOL- SIb MIb DO- RE-
Per un'ora d'amore non so cosa farei
SOL- SIb MIb DO- RE-
per poterti sfiorare non so cosa darei
SI- RE SOL MI- FA#- SI- RE
SOL- SIb MIb DO- RE
SOL- SIb MIb RE

lunedì 3 settembre 2012

Il dado è tratto

Ci siamo. 

La zona rossa chiamata giugno-luglio-agosto è passata.
La zona rossa chiamata stress-stress-relax-maggior relax possibile è passata.

Ho avuto tempo per sbagliare, tempo per pensare, tempo per riflettere, tempo per rilassarmi, tempo per sognare, tempo per cantare, tempo per ballare, tempo per bere, sognare, capire.

Ho avuto tempo per incontrare, salutare, chiamare, vedere, cercare, trovare o non farlo, tempo per raccontare, ascoltare e dormire.

C'è stata fragilità, insicurezza, poca autostima, rabbia, enfasi, illusione, disillusione, pentimento, rimorso, addirittura rimpianto.

C'è stata serenità, tranquillità, scoperta, ebrezza, unità, fratellanza.

Ci sono stati giorni a casa, giorni al parco, giorni al mare, giorni in piscina, giorni in viaggio, giorni in modalità turista e giorni in modalità cicerone.

Ci sono state notti a letto, notti al parco, notti al mare, notti in autostrada, notti in paesini, notti a concerti, notti in viaggio, notti in modalità turista e notti in modalità cicerone, notti alcoliche e notti da lupo, notti da veggente, notti a pes, notti a parlare - le più belle -, notti sui tetti - meravigliose -, una notte persino passata a tressette.

Settembre è arrivato.
La somma di tutto questo è ciò che mi porterà - ovviamente a livello ideale - dal 24esimo al 25esimo anno della mia vita.
La somma di tutto questo è ciò che ora da il via alla ruota della vita vera, quella in cui sei immerso nel mondo e sei tu e solo tu a fare le scelte, giuste o sbagliate che siano, meglio sbagliare da soli però invece che ascoltare altri.

La somma, il risultato, l'operazione di tutte queste cose, emozioni, circostanze, situazioni, riflessioni, proietta nella testa quello che c'è da fare.

Basta paura, non l'ho presa neanche in considerazione.
Non credo sia la prima volta, ma non sarà ché la seconda, terza o al massimo quarta, che me la sento dentro la vita.

Non credo sia la prima volta, ma ho in mano un mazzo di carte ed ho intenzione di giocarmele tutte, dalla prima all'ultima, senza risparmiarmi niente.
Che sarà, sarà, io, intanto, ascolto il cuore, trasmetto al cervello e vado avanti per la mia strada.

Homo quisque faber ipse fortunae suae {Cit. [cit.] }

Buongiorno Settembre.